Durante l’assemblea regionale di Coldiretti a Cagliari, il presidente nazionale di Coldiretti ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di una svolta significativa in merito alle etichette dei vini

Al Vinitaly, la manifestazione fieristica più importante dedicata al vino, si preannuncia un momento cruciale per il settore vitivinicolo italiano. Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti, ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di una svolta significativa in merito alle etichette dei vini. Durante l’assemblea regionale di Coldiretti a Cagliari, Prandini ha rivelato che l’associazione avrà l’opportunità di incontrare Olivér Várhelyi, commissario europeo per la salute e il benessere degli animali. Questo incontro è visto come un’occasione imperdibile per discutere delle politiche europee che riguardano le etichette nel settore vitivinicolo.
Fiducia nelle etichette
Prandini ha sottolineato la fiducia di Coldiretti nell’assenza di penalizzazioni da parte dell’Unione Europea riguardo alle etichette di carattere allarmistico. “Siamo convinti che le etichette di carattere allarmistico l’Europa non le imporrà”, ha affermato il presidente, evidenziando il lavoro di advocacy che Coldiretti ha svolto negli ultimi mesi per far sentire la voce degli agricoltori e dei produttori vinicoli. Secondo Prandini, l’introduzione di etichette allarmistiche sarebbe un passo indietro per il settore, che ha una tradizione millenaria e una reputazione consolidata a livello mondiale.
Vino dealcolato e tradizione
Uno dei punti centrali del dibattito riguarda il vino dealcolato, un prodotto che sta guadagnando sempre più attenzione sul mercato globale. Prandini ha espresso preoccupazione per il fatto che questo prodotto venga etichettato come vino, sottolineando che esso rappresenta qualcosa di completamente diverso rispetto ai vini tradizionali italiani. “Noi abbiamo sempre sostenuto che non ci piace chiamarlo vino, perché è un prodotto che non ha la stessa storia e tradizione”, ha spiegato. Nonostante le riserve, Prandini ha riconosciuto che il regolamento sul vino dealcolato è ormai in vigore e ha invitato a lavorare per chiarire la situazione ai consumatori. “Dobbiamo evitare che questi nuovi prodotti demonizzino i vini tradizionali che ci caratterizzano”, ha aggiunto, evidenziando la fragilità della reputazione dei vini italiani di fronte a un mercato in evoluzione.
Sfide dell’export e sostenibilità
In un contesto globale in continua trasformazione, l’export del vino italiano si trova ad affrontare nuove sfide, specialmente in relazione ai mercati esteri. Il mercato statunitense, in particolare, riveste un’importanza fondamentale per l’export agroalimentare italiano, essendo diventato il secondo mercato per valore dopo quello europeo. Prandini ha messo in evidenza il valore complessivo delle esportazioni italiane, che ammontano a ben 8 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi provengono dal settore vitivinicolo. La crescente domanda di prodotti italiani negli Stati Uniti è un segno positivo, ma le tensioni commerciali e i dazi rappresentano una fonte di grande preoccupazione per gli agricoltori.
“Ci auguriamo che la diplomazia e le interlocuzioni possano dare risposte significative per quanto riguarda il rapporto con gli Stati Uniti che in questa fase ci preoccupano particolarmente”, ha dichiarato Prandini, evidenziando la necessità di un approccio diplomatico per risolvere le questioni commerciali. La Coldiretti sta lavorando attivamente per trovare soluzioni e mitigare gli effetti negativi dei dazi, che potrebbero gravare ulteriormente sui produttori italiani già colpiti dalla pandemia e da altre crisi economiche.
Un altro aspetto cruciale emerso durante l’assemblea riguarda la crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità e la qualità dei prodotti alimentari. Prandini ha sottolineato l’importanza di continuare a investire nella qualità del vino italiano e nella sua promozione sui mercati internazionali. I consumatori oggi sono sempre più informati e desiderosi di conoscere la provenienza dei prodotti che acquistano, il che rappresenta un’opportunità per il settore vitivinicolo italiano di distinguersi attraverso la trasparenza e l’autenticità.
In questo contesto, il Vinitaly si configura non solo come un’importante vetrina per i produttori vinicoli, ma anche come un luogo di incontro per discutere le problematiche del settore e cercare soluzioni condivise. La manifestazione, che attira ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo, rappresenta un’opportunità unica per fare rete, scambiare idee e promuovere il vino italiano come simbolo di eccellenza.
La fiducia espressa da Prandini sul futuro delle etichette nel settore vitivinicolo e la necessità di affrontare le sfide commerciali con una strategia ben definita evidenziano l’importanza di unire le forze per difendere e promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano. Con la collaborazione tra istituzioni, produttori e consumatori, il settore potrà affrontare le sfide attuali e future, preservando la tradizione e l’identità che lo caratterizzano.