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Il vino

Porto: cos’è e come si produce il vino liquoroso portoghese

Il Porto è un famoso vino liquoroso che ha origine nel nord del Portogallo, in particolare nella Valle del Douro, fiume che scorre fino a 100 chilometri a est della capitale Porto. Dotato di storia e sapore importanti, è in grado di allietare il palato di chi vuole qualcosa di ricercato, oltre Italia e proveniente da una delle punte estreme della penisola iberica.

Immagine | Pixabay @christinak93

La storia del Porto

La storia del vino liquoroso Porto comincia con l’antica Roma, per poi proseguire nel 1200 con le prime esportazioni verso la Francia. I vini portoghesi erano ricercati per aumentare i gradi e la struttura dei più leggeri vini francesi. A causa dei conflitti europei, a inizio Seicento le importazioni di Bordeaux in Inghilterra si bloccarono e i commercianti dell’isola si affacciarono a nuovi mercanti. Lord Methuen fu il primo a stipulare un accordo con il Portogallo: importare i vini della Valle del Douro.

Il viaggio in terra inglese era più lungo rispetto al tratto francese e perciò, per conservare il vino, si decise di fortificarlo con il Brandy per bloccare ogni residua attività di lieviti e lasciarne uno zuccherino naturale. Raggiunti i sei gradi alcolici, infatti, si bloccava la fermentazione e si lasciava una certa quantità di zucchero non svolto che rendeva il vino più morbido. La felice commistione proseguì fino a oggi: basti guardare ai produttori di Porto, molti dei quali portano ancora nomi di origine inglese come Taylor o Sandeman.

Come si produce il Porto

Dopo la fermentazione, i vini provenienti da vari appezzamenti vengono assemblati per trovare il giusto equilibrio. Per il Porto si miscelano solitamente i vini di annate e vigneti diversi, tranne per la tipologia Porto Late Bottled Vintage, Colheita o Porto Vintage che provengono da uve di una sola vendemmia. Si affina poi in botti di legno per preservarne l’acidità e farlo maturare lentamente.

Il gusto che esce dalle cosiddette “pipas”, cioè botti, è ricco e dolce. Queste botti spno una doppia barrique da 434 litri e in primavera sono trasferite a Villa Nova de Gaja, dove il vino viene fatto invecchiare dai 3 ai 50 anni. La gradazione alcolica che raggiunge al termine di quest’ultimo passaggio oscilla tra i 19 e i 20 gradi.

Immagine | Pixabay @Mohayg

Le tipologie di Porto

Le principali tipologie di Porto sono quattro. Il primo è il white, prodotto esclusivamente con uve bianche e invecchiato in grandi botti di legno di quercia. Il secondo e più recente è il rosé: risale al 2008 e ha un sapore leggero e fruttato. Il terzo è il ruby, fruttato e invecchiato in grandi botti a poco contatto con il legno e con scarsa ossidazione. Il quarto è il tawny, dal sentore di frutta secca e aromi di cioccolato, miele o caffè, prodotto con le stesse uve del ruby ma invecchiato in grandi botti solo per due tre o tre anni: dopo viene travasato in piccole botti.

Esistono anche categorie speciali: il Reserva (tipico del tawny, white e ruby) invecchiato di 7 anni, il Late Bottled Vintage (in stile ruby) invecchiato da 4 a 6 anni, i “tawnies invecchiati” (con uve rosse e invecchiamento di 10, 20, 30 e addirittura 40 anni), il Colheita (analogo al tawny e invecchiato almeno 7 anni), il “vintage” (con imbottigliamento fino a 50 anni) e infine il Single Quinta, prodotto in annate buone ma non eccellenti e classificato a un gradino di qualità inferiore rispetto al porto.

Lorenzo Rotella

Leggo e scrivo da quando ne ho memoria e sono un critico onnivoro di cinema e letteratura. Militante dell’associazione Carovana Antimafia Ovest Milano dal 2018, copywriter di cronaca per grandi media dal 2019, giornalista del quotidiano La Stampa dal 2021, collaboratore del magazine e sito web Green Planner dal 2022, autore della raccolta di poesie “Mille Soli Una Notte” edito da NMBook World.

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