Il Porto è un famoso vino liquoroso che ha origine nel nord del Portogallo, in particolare nella Valle del Douro, fiume che scorre fino a 100 chilometri a est della capitale Porto. Dotato di storia e sapore importanti, è in grado di allietare il palato di chi vuole qualcosa di ricercato, oltre Italia e proveniente da una delle punte estreme della penisola iberica.
La storia del Porto
La storia del vino liquoroso Porto comincia con l’antica Roma, per poi proseguire nel 1200 con le prime esportazioni verso la Francia. I vini portoghesi erano ricercati per aumentare i gradi e la struttura dei più leggeri vini francesi. A causa dei conflitti europei, a inizio Seicento le importazioni di Bordeaux in Inghilterra si bloccarono e i commercianti dell’isola si affacciarono a nuovi mercanti. Lord Methuen fu il primo a stipulare un accordo con il Portogallo: importare i vini della Valle del Douro.
Il viaggio in terra inglese era più lungo rispetto al tratto francese e perciò, per conservare il vino, si decise di fortificarlo con il Brandy per bloccare ogni residua attività di lieviti e lasciarne uno zuccherino naturale. Raggiunti i sei gradi alcolici, infatti, si bloccava la fermentazione e si lasciava una certa quantità di zucchero non svolto che rendeva il vino più morbido. La felice commistione proseguì fino a oggi: basti guardare ai produttori di Porto, molti dei quali portano ancora nomi di origine inglese come Taylor o Sandeman.
Come si produce il Porto
Dopo la fermentazione, i vini provenienti da vari appezzamenti vengono assemblati per trovare il giusto equilibrio. Per il Porto si miscelano solitamente i vini di annate e vigneti diversi, tranne per la tipologia Porto Late Bottled Vintage, Colheita o Porto Vintage che provengono da uve di una sola vendemmia. Si affina poi in botti di legno per preservarne l’acidità e farlo maturare lentamente.
Il gusto che esce dalle cosiddette “pipas”, cioè botti, è ricco e dolce. Queste botti spno una doppia barrique da 434 litri e in primavera sono trasferite a Villa Nova de Gaja, dove il vino viene fatto invecchiare dai 3 ai 50 anni. La gradazione alcolica che raggiunge al termine di quest’ultimo passaggio oscilla tra i 19 e i 20 gradi.
Le tipologie di Porto
Le principali tipologie di Porto sono quattro. Il primo è il white, prodotto esclusivamente con uve bianche e invecchiato in grandi botti di legno di quercia. Il secondo e più recente è il rosé: risale al 2008 e ha un sapore leggero e fruttato. Il terzo è il ruby, fruttato e invecchiato in grandi botti a poco contatto con il legno e con scarsa ossidazione. Il quarto è il tawny, dal sentore di frutta secca e aromi di cioccolato, miele o caffè, prodotto con le stesse uve del ruby ma invecchiato in grandi botti solo per due tre o tre anni: dopo viene travasato in piccole botti.
Esistono anche categorie speciali: il Reserva (tipico del tawny, white e ruby) invecchiato di 7 anni, il Late Bottled Vintage (in stile ruby) invecchiato da 4 a 6 anni, i “tawnies invecchiati” (con uve rosse e invecchiamento di 10, 20, 30 e addirittura 40 anni), il Colheita (analogo al tawny e invecchiato almeno 7 anni), il “vintage” (con imbottigliamento fino a 50 anni) e infine il Single Quinta, prodotto in annate buone ma non eccellenti e classificato a un gradino di qualità inferiore rispetto al porto.