L’aperitivo è un momento molto festeggiato da tutti, ma ti sei mai soffermato a chiederti quale sia la sua origine? Perché si chiama così? Ecco alcune risposte.
Quando e dove è nato l’aperitivo?
Esistono una serie di strettissimi antenati all’aperitivo moderno. Possiamo legittimamente rispondere che l’aperitivo è nato nell’Antica Grecia, intorno al 400 a.C. Ci sono testimonianze che raccontano di una bevanda, intesa come una sorta di medicinale, frutto del mix di vino e di altre sostanze, che veniva servita prima dei pasti per stimolare la fame nei soggetti che manifestavano una cronica mancanza di appetito.
Ma possiamo anche rispondere che l’origine dell’aperitivo va rintracciata nell’Antica Roma presso i sontuosi banchetti e le cene delle classi più abbienti e agiate. In queste occasioni era sempre previsto uno specifico momento, denominato “gustatio”, in cui veniva servito il cosiddetto “mulsum”, ossia il vino con il miele, insieme a specifici alimenti come ortaggi arricchiti con salse piccanti, salsicce, ma anche pesce e uova sode. L’intento era quello di anticipare il pasto con qualcosa in grado di stimolare non solo la fame degli invitati, dato che poi erano previste abbondanti portate, ma anche la convivialità e la socialità dell'”evento”. Vino e cibo rispondevano alla perfezione a queste esigenze.
Infine l’aperitivo, nella sua versione moderna, nasce nel 1786, a Torino, l’anno e il luogo dell’invenzione del Vermouth o Vermut, il celebre vino bianco aromatizzato che, almeno nella fase iniziale, fu il re degli aperitivi. Dopo il successo romano, il rituale conobbe un momento di stallo, se non di abbandono, fino a quando, grazie alla spinta del Vermouth tornò in voga e si diffuse praticamente in ogni classe sociale.
Chi ha inventato l’aperitivo?
Ad inventare l’aperitivo fu Antonio Benedetto Carpano, celebre distillatore che, riadattando un drink tedesco, inventò il Vermut, nella sua versione originaria con vino bianco, alcol aggiunto e 30 varietà di erbe e spezie, capaci di stimolare l’appetito. Dato che questa bevanda s’impose subito come bevanda dell’aperitivo, Carpano ne è considerato l’ideatore.
Ma i più legati alla “storia” potrebbero rispondere che fu Ippocrate ad inventare, involontariamente, l’aperitivo. Quella bevanda diffusa nell’Antica Grecia per combattere la mancanza di appetito era conosciuta proprio come “vinum hippocratum”, un mix di vino, assenzio e una serie di piante che donavano al vino un sapore amaro, decisivo nel stimolare la fame.
Il termine aperitivo
L’aperitivo si chiama così perché è il risultato dell’adattamento alla lingua italiana del termine latino “aperitivus”, traducibile con l’italiano “in grado di aprire” o “che apre”. Il riferimento è duplice. In primis, l’aperitivo è in grado di “aprire” lo stomaco e stimolare il senso di fame e l’appetito di chi partecipa al rituale. Ma c’è chi quell'”aprire” lo interpreta come “apertura del pasto”, o meglio “apertura del momento conviviale che poi proseguirà con il pasto”, più correttamente “pre-pasto”.