L’olio d’oliva italiano sta vivendo un periodo di straordinaria crescita, con un incremento dell’export che ha superato i 2 miliardi di euro nei primi otto mesi del 2024, segnando un aumento del 59% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend positivo è sostenuto dalla crescente domanda di olio certificato 100% italiano, che ha conquistato il mercato globale, in particolare negli Stati Uniti, primo importatore dell’olio italiano, seguito da Germania e Francia.
La qualità dell’olio extravergine d’oliva made in Italy è supportata dalla crescente consapevolezza dei consumatori riguardo all’importanza della tracciabilità. Attualmente, quasi quattro bottiglie su dieci vendute sono etichettate come 100% italiane, secondo i dati forniti da Ismea. Questo è un segnale incoraggiante per i produttori, che continuano a investire nella qualità e nella trasparenza, nonostante le sfide legate alle fluttuazioni delle produzioni e dei prezzi.
Un patrimonio di biodiversità
L’olio extravergine d’oliva non è solo un prodotto alimentare, ma rappresenta un pilastro del Made in Italy agroalimentare. Con circa 400.000 aziende agricole coinvolte, l’Italia vanta un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, un tesoro di biodiversità senza pari a livello mondiale. Inoltre, il paese detiene la leadership europea per il numero di oli extravergini a denominazione di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP), con ben 43 DOP e 4 IGP, rendendolo il primo consumatore di olio al mondo con una media di 8,3 litri a persona all’anno.
Le sfide del settore
Tuttavia, nonostante questi risultati positivi, l’industria dell’olio d’oliva italiano si trova ad affrontare sfide significative. Tra queste, il rischio di speculazione da parte di grandi multinazionali. Coldiretti avverte che queste aziende mirano a ridurre il valore dell’olio extravergine italiano, costringendo i produttori a vendere a prezzi inferiori, compromettendo così la qualità e la reputazione del prodotto. David Granieri, vicepresidente di Coldiretti e presidente di Unaprol, ha espresso preoccupazione per l’aumento delle importazioni da Spagna, Portogallo, Tunisia e Turchia. “Un olio venduto a prezzi stracciati non è italiano né di qualità,” ha affermato Granieri, sottolineando la necessità di mantenere un prezzo equo per proteggere i produttori locali.
In risposta a queste problematiche, Coldiretti chiede controlli severi per prevenire frodi e speculazioni, richiedendo anche un riconoscimento equo del valore dei produttori all’interno della filiera. Senza un giusto compenso, il futuro dell’olio extravergine italiano potrebbe essere in pericolo, minacciando non solo l’economia locale, ma anche la qualità di un prodotto che è simbolo della dieta mediterranea e dell’identità italiana nel mondo.
La minaccia della Xylella
Un’altra minaccia significativa per l’olio italiano è rappresentata dalla Xylella fastidiosa, un batterio arrivato in Italia tramite piante tropicali dall’America Latina. Questo patogeno ha già infettato oltre 21 milioni di olivi, in particolare nella regione della Puglia, dove si trova la più grande concentrazione di ulivi secolari al mondo. Coldiretti e Unaprol avvertono che è fondamentale mantenere alta la guardia contro questa minaccia, adottando misure per limitare la diffusione del batterio, come la riduzione degli insetti vettori e l’innesto di varietà resistenti.
In risposta a questa emergenza, Unaprol, insieme a Cai (Consorzi Agrari d’Italia) e Coldiretti Puglia, ha creato un polo antixylella per supportare le aziende olivicole nella realizzazione di nuovi impianti e per promuovere la ricerca di varietà resistenti. L’obiettivo è non solo difendere un patrimonio economico, ma anche preservare un valore storico, paesaggistico e culturale. La piana degli ulivi monumentali in Puglia non è solo un’area di produzione, ma un simbolo della tradizione agricola italiana, un paesaggio da salvaguardare per le generazioni future.
La situazione attuale dell’olio d’oliva italiano è quindi un misto di opportunità e sfide. Mentre l’export segna record storici e la domanda di prodotto di qualità cresce, il settore deve rimanere vigile di fronte alle speculazioni di mercato e alla minaccia della Xylella. Solo con un impegno collettivo e strategie adeguate sarà possibile garantire un futuro sostenibile e prospero per l’olio extravergine d’oliva italiano, un patrimonio da difendere e valorizzare.