Nel contesto attuale di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, il settore vinicolo italiano si trova di fronte a un’importante opportunità di crescita. Mentre negli Stati Uniti si registrano segnali preoccupanti, come il calo dei consumi di vino e l’ombra di possibili dazi sull’agroalimentare, l’India emerge come un mercato dalle potenzialità straordinarie. Il recente annuncio del primo ministro indiano, Narendra Modi, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, riguardante un possibile accordo di libero scambio tra India e Europa, ha acceso i riflettori su questo promettente mercato. La firma dell’accordo è prevista entro la fine dell’anno, creando un clima di attesa e ottimismo tra i produttori italiani.
L’India rappresenta un terreno fertile per il vino italiano, un settore che ha già cominciato a farsi strada in questo vasto mercato. Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, il valore al dettaglio del vino italiano in India si attesta attorno ai 33 milioni di dollari statunitensi, con una quota di mercato sull’import pari a circa il 17%. Questo posiziona l’Italia come il terzo fornitore a valore in un mercato complessivo di 418 milioni di dollari, dominato dai vini locali, che costituiscono il 77% delle vendite in volume e il 50% in valore.
A livello di volume, l’Italia si colloca al secondo posto tra i fornitori di prodotti d’importazione, con circa un milione di litri. Tuttavia, in termini di valore, è superata da Australia (30% di quota) e Francia (19%). Nonostante ciò, la tipologia di spumanti italiani è in forte espansione e si prevede che entro il 2028 le vendite raddoppieranno, raggiungendo i 20 milioni di dollari. Questi numeri potrebbero subire una notevole revisione al rialzo con la finalizzazione dell’accordo bilaterale, che promette di abbattere le barriere commerciali e di facilitare l’accesso del vino italiano al mercato indiano.
Per capitalizzare su queste opportunità, Veronafiere ha deciso di investire nel mercato indiano, organizzando la prima edizione di Vinitaly India Preview, che si terrà a New Delhi dall’8 al 9 marzo. Questo evento, realizzato in collaborazione con la Camera di commercio indiana e l’Agenzia ICE, rappresenta un’importante occasione per promuovere il vino italiano e stabilire relazioni commerciali durature.
Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, ha dichiarato: «In un contesto di guerre commerciali in forte ascesa, guardiamo con interesse alla partnership strategica tra India e Unione Europea annunciata pochi giorni fa. Ad oggi, le vendite di vino italiano in India sono marginali rispetto al business complessivo dei nostri prodotti nel mondo, ma siamo convinti che l’India possa rappresentare un mercato di sbocco sempre più importante». Le stime dell’Osservatorio Unione italiana vini-Vinitaly prevedono una crescita dei consumi del 40% tra il 2024 e il 2028, un incremento che, grazie ai nuovi accordi bilaterali, potrebbe rivelarsi ancora più significativo.
L’India, con la sua vasta popolazione e una classe media in espansione, rappresenta un’opportunità significativa per il vino italiano. Tuttavia, non mancano le sfide. La cultura vinicola in India è ancora in fase di sviluppo, e il consumo di vino è tradizionalmente inferiore rispetto ad altre bevande alcoliche. Inoltre, le differenze culturali e le preferenze di consumo possono rappresentare ostacoli all’ingresso per i produttori italiani. È fondamentale, pertanto, che le aziende vinicole italiane investano in attività di marketing e educazione per promuovere il vino e le sue caratteristiche uniche, per conquistare i palati indiani.
Mentre ci avviciniamo alla firma dell’accordo di libero scambio tra India ed Europa, le prospettive per il vino italiano in questo mercato sembrano promettenti. Con l’aumento della domanda di prodotti di alta qualità e una crescente apertura verso i vini stranieri, l’India potrebbe diventare un pilastro fondamentale per l’export vinicolo italiano. Le iniziative di Veronafiere e il crescente interesse degli operatori indiani sono segnali positivi che indicano come il vino italiano possa non solo entrare ma anche stabilirsi solidamente in questo mercato in espansione.
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