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Nuova associazione per esaltare il pinot nero del Mugello: un viaggio tra i vini degli Appennini

La Toscana, nota per i suoi panorami incantevoli e la ricca tradizione vinicola, si arricchisce di una nuova iniziativa dedicata alla valorizzazione della viticoltura in un’area meno conosciuta ma promettente: il Mugello. È nata l’associazione Provimu, acronimo di Produttori Vini Mugello, che attualmente riunisce 17 aziende vinicole locali. L’obiettivo principale è quello di far conoscere e apprezzare i vini di questo territorio, con un focus particolare sul pinot nero, una varietà che ha trovato un habitat ideale tra le colline degli Appennini.

Provimu, che prevede di espandersi fino a 20 membri, rappresenta un totale di 151 ettari vitati e offre attualmente 64 etichette diverse sul mercato, con una produzione annua di circa 192.000 bottiglie. A guidare l’associazione è Sandro Bettini, imprenditore di 51 anni, che gestisce anche la Fattoria di Cortevecchia, dove si produce il primo spumante metodo classico del Mugello, un’importante innovazione per la viticoltura locale.

La storia della viticoltura nel Mugello

Il Mugello non è solo un’area di bellezze naturali, ma ha anche una storia vitivinicola che risale a secoli fa. Già nel 1465, la tenuta di Cafaggiolo, a San Piero a Sieve, era di proprietà di Lorenzo il Magnifico, che contribuì a promuovere la viticoltura locale. Documenti storici del 1500 attestano la produzione e vendita di vino e olio da parte della Badia del Buonsollazzo, situata tra Polcanto, Vaglia e Monte Senario.

Tradizionalmente, il Mugello è noto per la sua inclinazione verso il pinot nero, varietà che ha preso piede a partire dagli anni Novanta del secolo scorso. Tuttavia, i vigneti della zona ospitano anche altre varietà, tra cui:

  1. Rebo
  2. Teroldego
  3. Merlot
  4. Malvasia
  5. Trebbiano
  6. Chardonnay
  7. Riesling
  8. Traminer

Questa diversità offre una gamma ricca di vini.

La nascita di Provimu e i suoi obiettivi

Il presidente Bettini ha sottolineato che, prima di Provimu, esisteva già un’altra iniziativa, “L’Associazione produttori Pinot Nero dell’Appennino Toscano”, ma con un focus più ampio. Provimu si concentra specificamente sul territorio del Mugello e sulla promozione di tutti i vini, con particolare attenzione al pinot nero.

Secondo il governatore toscano Eugenio Giani, la creazione di questa associazione rappresenta un passo significativo nel riconoscimento del Mugello come terra di viticoltura. Provimu si propone di:

  • Migliorare la qualità dei vini
  • Tutelare l’ambiente
  • Promuovere pratiche agricole etiche

L’esordio ufficiale dell’associazione è previsto per il 18 maggio 2025 con “Appenninia”, un’importante manifestazione che si terrà a Pianvallico, all’interno di Spazio Brizzolari. Prima di questa data, sono già programmati eventi pubblici, come la partecipazione a Borgo DiVino a Scandicci il 1° marzo e a Officina creativa il 15 marzo a Firenze.

Innovazione e ricerca

Uno degli aspetti più interessanti di Provimu è la collaborazione con l’Università di Firenze per la sperimentazione varietale e clonale delle uve. Questo progetto mira a identificare le varietà più adatte alle specifiche caratteristiche del Mugello, contribuendo a far riconoscere ufficialmente il territorio come vocato alla viticoltura. È prevista anche la creazione di una cantina sperimentale di vinificazione, che servirà come laboratorio per raccogliere dati e informazioni utili per i viticoltori locali. Questo database guiderà i nuovi produttori nella scelta delle varietà da piantare e delle tecniche di coltivazione più appropriate.

Le aziende associate

Il territorio di Provimu si estende a sud dei valichi appenninici, comprendendo comuni come Dicomano, Londa e Pontassieve, con altitudini che arrivano fino a mille metri. Tra le aziende associate ci sono nomi rinomati come Tenuta di Monteloro dei Marchesi Antinori, Fratini e Romignano, ognuno dei quali contribuisce con la propria storia e tradizione alla crescita della viticoltura mugellana.

Questa nuova realtà associativa non solo rappresenta un’opportunità per i produttori locali, ma è anche un invito per visitatori e appassionati di vino a scoprire un territorio unico, dove la tradizione vinicola si sposa con la ricerca e l’innovazione, tutto in un contesto naturale e culturale di straordinaria bellezza.

Redazione Vinamundi

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