Non è vino rosso, non è vino bianco, non è vino rosato né vino passito: andiamo alla scoperta dell’orange wine, il vino arancione.
Come nasce un orange wine? Quali tipologie di uve sono usate e quali sono le tecniche di produzione che lo rendono così speciale? In questo articolo andremo a vedere cosa sono gli orange wine, i vini dal color arancio che stanno diventando uno dei trend più gettonati del momento da chi apprezza i vini naturali dal sapore molto intenso e strutturato.
Prima di tutto, per andare alla scoperta di questi prodotti occorre fare una premessa. Non esistono al momento dei cultivar di uva arancione. Quindi il colore di questa bevanda è causato da una particolare macerazione che vede un mix di uve bianche a contatto con le bucce stesse dei frutti.
Poi il resto lo fa il tempo e il luogo in cui riposa il vino stesso. Ma procediamo con ordine in modo da fare un vero e proprio identikit dell’orange wine.
Cos’è l’orange wine e come è prodotto
Come abbiamo già accennato l’orange wine è il frutto della macerazione di particolari uve bianche che non vengono trattate come in genere si fa con l’uva a bacca bianca, ma in pratica sono lavorati e dunque vinificati come i vini rossi. Nel dettaglio le bucce, che in genere sono rimosse nella vinificazione in bianco, in questo caso sono lasciate.
Questo significa che le uve bianche subiscono delle macerazioni in cui il mosto resta a contatto con le bucce della frutta e gli altri elementi della fermentazione come i lieviti.
E non è un dettaglio da poco, dato che porta a un prodotto diverso dai classici bianchi. Infatti, come è noto, questi ultimi in genere sono leggeri e freschi proprio perché la mancanza del contatto con le bucce non consente l’estrazione dei polifenoli (tannini e antociani) e altre sostanze che sono presenti, appunto, solo nelle bucce. Per quanto riguarda la durata della macerazione, questa dipende dal tipo di vino, ci sono vini arancioni che subiscono una macerazione di soli pochi giorni e altri di svariati mesi.
Ma poi non dovremmo nemmeno chiamarli banalmente orange wine perché proprio in base al tempo di macerazione si possono avere colori che vanno dal giallo quasi bianco al paglierino all’ambra. Sarebbe dunque meglio chiamarlo vino bianco macerato, dato che è proprio questa tecnica che dona i profumi più intensi che ricordano la frutta candita, quella secca e il miele, oltre che una certa struttura e corpo che ne facilita anche l’invecchiamento.