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Michelangelo Alagna: il viaggio emozionante di un enologo straordinario

La storia di Michelangelo Alagna è un esempio di come le scelte possano trasformare il percorso di vita di una persona. Dopo aver conseguito una laurea in archeologia, Michelangelo ha sentito il richiamo della viticoltura e della produzione di vino. Nonostante il suo profondo amore per il mondo classico, la passione per il vino ha preso il sopravvento, portandolo a fondare Anabasis, un’azienda vinicola situata a Marsala, il cui nome e i cui vini sono ispirati all’antichità.

L’enologia come eredità familiare

“Fin da giovane, il vino ha rappresentato una parte fondamentale della mia vita. Crescendo in una famiglia di produttori vitivinicoli, la passione per la viticoltura è stata sempre presente. Tuttavia, durante l’adolescenza, ho sviluppato un grande interesse per l’archeologia,” racconta Michelangelo. La sua decisione di dedicarsi all’enologia è stata una scelta ponderata. “Messo davanti a questa scelta, ho optato per l’enologia, ma l’amore per la classicità non mi ha mai abbandonato. Quando ho dovuto scegliere il nome per la mia azienda, ho attinto dalla mia formazione accademica. Anabasis, l’opera di Senofonte, racconta le gesta di un esercito di mercenari greci che, nonostante le avversità, riesce a tornare a casa. In quel momento, mi sono identificato con loro: dovevo partire da zero e scalare una montagna ripida per raggiungere il mio obiettivo.”

Marsala, un territorio naturalmente vocato alla viticoltura

La scelta di Michelangelo di stabilirsi a Marsala non è stata casuale; questa città siciliana è conosciuta per il suo straordinario potenziale vitivinicolo. “Il territorio di Marsala è uno dei più vocati al mondo per la viticoltura. La fascia costiera della Sicilia occidentale, dove coltivo le mie vigne, ha caratteristiche uniche. È un luogo che amo profondamente e che mi consente di esprimere al meglio la mia arte enologica. Per onorare questo territorio, ho deciso di produrre esclusivamente vini autoctoni,” afferma con passione.

I vini autobiografici di Anabasis

L’azienda Alagna produce attualmente undici vini che Michelangelo definisce “autobiografici”. Questi vini non sono solo espressione del territorio, ma raccontano anche la sua storia personale. “Ogni etichetta è ispirata ai valori dell’antichità classica. Ogni tema scelto riflette un aspetto della mia vita, ed è compito di chi assaggia decifrare il messaggio nascosto. Per questo motivo, le definisco ‘impegnative’: richiedono uno sforzo sensoriale e mentale,” spiega Michelangelo, sottolineando l’importanza di una connessione profonda tra chi produce e chi gusta.

Una filosofia produttiva basata su rispetto e autenticità

La filosofia di produzione di Michelangelo è caratterizzata da un forte rispetto per l’uva e da un uso limitato delle tecnologie invasive. “Credo che ogni produttore debba rimanere fedele ai propri ideali e al proprio background. Solo in questo modo si può realizzare un prodotto autentico e di qualità,” afferma. La sua sensibilità personale è un elemento fondamentale per conferire carattere ai vini di Anabasis, evitando che si perda l’unicità del prodotto. “È importante che il consumatore possa percepire la differenza tra i vari vini e capire cosa per lui sia significativo. Io ci metto tutto me stesso e tutta la mia competenza, ma il modo migliore per farsi un’idea è sicuramente assaporare.”

Con un portfolio di vini in costante evoluzione e una visione chiara, il futuro di Michelangelo Alagna e della sua azienda Anabasis si prospetta luminoso. La sua dedizione, passione e rispetto per la tradizione vitivinicola siciliana, uniti a una forte spinta verso l’innovazione, lo pongono come una delle figure emergenti nel panorama enologico italiano. Con il suo legame profondo con la terra di Marsala e la sua storia personale, Michelangelo continua a scrivere un capitolo affascinante nel mondo del vino, dove ogni bottiglia racconta una storia, un sogno e una scelta.

Redazione Vinamundi

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