Per Distribuzione Moderna, portale quotidiano di notizie e informazioni sul mondo della moderna distribuzione, per il mondo del vino il 2022 è stato un anno difficile. Il motivo? I rincari, e quindi gli aumenti dei costi di produzione, e di conseguenza i prezzi al pubblico. Questa statistica potrebbe ripetersi anche nel 2023: infatti, sempre per i rincari, potrebbero presentarsi problemi per i volumi. Tuttavia, a fronte di promozioni più incisive e un calo dell’inflazione, potrebbe esserci un recupero nel secondo semestre. Lo evidenzia l’Istituto di ricerca Circana (IRI), che al prossimo Vinitaly, previsto per il prossimo 2-5 aprile a Verona, presenterà il quadro attuale nel corso della 19/a tavola rotonda sul vino e Distribuzione Moderna. Vinitaly è il salone internazionale dedicato ai vini e ai distillati più grande del mondo. Si svolge tutti gli anni a Verona dal 1967, ed è rivolto agli operatori specializzati, amanti del vino e anche curiosi. Una vera e propria istituzione del settore.
Una delle più grandi passioni degli italiani è il vino. Bianco, rosso, o rosato, il Bel Paese fa a gara con la Francia per questo prodotto che, nonostante timbri e aromi diversi, rappresenta egregiamente le due tradizioni. Sempre più si sta diffondendo la cultura del ‘buon bere’, che vede fare scelte accurate e mirate in quello che si beve perché si conosce il prodotto. Un modo non solo per accrescere le proprie competenze, ma anche per ‘mangiare meglio’. Ma quali sono i vini che hanno venduto di più nel 2022? Secondo Circana, in cima alle vendite c’è il Prosecco (Veneto e Friuli V.G.), con 46 milioni di litri di vino venduto, segue il Chianti (Toscana) con 17 milioni di litri, e il Lambrusco (Emilia Romagna) con quasi 17 milioni di litri. Buoni i risultati anche per il Nero d’Avola (Sicilia) con quasi 8 milioni di litri, il Pignoletto (Emilia Romagna) con 6 milioni di litri, e il Primitivo (Puglia) con quasi 6 milioni di litri.
Per quanto riguarda i migliori vini emergenti, ossia quelli che nell’ultimo anno sono cresciuti maggiormente rispetto al precedente, troviamo in cima la Ribolla (Friuli V.G.) con +12%, il Muller Thurgau (Trentino Alto Adige) con +10,0%, e il Vermentino (Sardegna, Liguria, Toscana) con +9,9%. Anche qui ci sono delle menzioni speciali, attribuite alla Vernaccia (Toscana), all’Orvieto (Umbria, Lazio), e al Nebbiolo (Piemonte, Lombardia). Tuttavia, guardando i dati di tutto il comparto vinicolo, si registra una flessione del vino (-5,4%), dei vini rossi (-7%), e degli spumanti (-4,7%). Quest’ultimo, se si esclude il Prosecco, diventa -0,2%.
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