Il Mamertino non è solo l’espressione regionale di un territorio spesso poco considerato, come quello della provincia di Messina e di una piccola DOC riconosciuta nel 2004, ma è la testimonianza di un profondo legame con le antiche sementi della cultura di questa meravigliosa porzione d’isola in cui la viticoltura rappresenta un pezzo di storia.
Un legame che unisce la Sicilia al vino Mamertino, caldo, accogliente e generoso, molto simile al carattere dei siciliani: intenso, ma a volte asciutto, di poche parole.
Le origini del Mamertino risalgono all’epoca romana. Il nome discende da Mamertini, una popolazione campana di soldati mercenari al soldo del tiranno di Siracusa, Agatocle, arruolatisi durante lo scoppio della prima guerra punica.
Nel 312 a.C. i Mamertini occuparono la città di Messina per la sua notevole importanza strategica. Alla morte del tiranno, la maggior parte di loro tornò in patria, mentre altri si stanziarono in Sicilia dedicandosi alle attività agricole tradizionali. Già nel 289 a.C. piantarono nelle colline attorno a Milazzo le viti da cui nacque il Mamertino.
Per un lungo periodo le fonti storiche non menzionarono più i Mamertini. Tuttavia, il termine mamertino venne attribuito agli abitanti della città dello Stretto e accompagnò il nome di alcuni prodotti locali come il vino Mamertino.
Decantato da poeti e scrittori, il Mamertino era amato da Giulio Cesare: si narra che l’Imperatore Romano lo offrì ai commensali del banchetto per brindare al suo terzo consolato. Questo nobile nettare, elogiato anche dal geografo Strabone, spicca al quarto posto tra i 195 vini citati da Plinio il Vecchio nel De Rerum Natura
Accattivante vino dal color rosso rubino, il Mamertino è coltivato su un territorio di meno di 100 ettari comprendente 34 comuni ricadenti in una zona a ridotto del litorale marino.
Nella zona si alternano boschi, pianure e fasce collinari, con altezze che sfiorano i 500 metri d’altitudine e una viticoltura scandita da terrazzamenti e ciglioni.
La morfologia variegata del terroir messinese, unita a condizioni pedoclimatiche ideali per la coltivazione della vite, costituisce l’elemento capace di far raggiungere l’eccellenza, grazie a un clima tipicamente mediterraneo e a una superba esposizione che assicura ventilazione e intrappola i raggi del sole per gran parte dell’anno.
La storia secolare di quest’area vitivinicola, testimoniata da numerosi documenti, s’intreccia a tecniche di coltivazione della vite e pratiche enologiche tramandate da generazioni.
Le capacità imprenditoriali delle microaziende produttrici del vino Mamertino, per lo più a conduzione familiare, permettono di ottenere un vino in differenti tipologie con caratteristiche peculiari e specifiche qualità.
Le tipologie ammesse dal Disciplinare di produzione sono quattro: bianco e bianco riserva, rosso e rosso riserva, Calabrese o Nero d’Avola e Calabrese o Nero d’Avola Riserva e, infine Grillo-Ansonica o Grillo-Inzolia.
Il Mamertino Bianco e Riserva si ottiene da varietà Grillo, Ansonica (Inzolia) e Catarratto, a cui possono concorrere in percentuale minima – non superiore al 20% – tutte le uve ammesse alla coltivazione in Sicilia.
Mentre i vini rossi e Riserva si possono ottenere da Calabrese (Nero d’Avola) almeno al 60% e dal minimo di Nocera al 10%, oltre che un saldo massimo del 30% di uve a bacca rossa idonee a essere coltivate nell’isola.
Sia per i bianchi che per i rossi riserva è previsto un periodo di affinamento minimo di 24 mesi e almeno 6 mesi in legno.
I vini della Mamertino di Milazzo DOC hanno tutti uno stile tradizionale, molto siciliano e sono ottenuti dalle quattro delle varietà più caratteristiche dell’isola: il Nero d’Avola e il Catarratto per i rossi, il Grillo e l’Ansonica (Inzolia) per i bianchi.
Si ritiene che il Nero d’Avola sia originario della città di Avola, proprio lungo la costa orientale della Sicilia, nei pressi di Siracusa.
Stranamente, le due DOC locali (Moscato di Noto DOC e Siracusa DOC) non comprendono tipologie basate su questo vitigno. Ancora più ironicamente, il nome ufficiale del Nero d’Avola è Calabrese, in virtù della sua antica provenienza geografica.
Protagonista indiscusso del Mamertino è il Nero d’Avola, il Re della Sicilia e vitigno a bacca nera siciliano per antonomasia coltivato in quasi tutta la regione, ma originario delle contrade di Noto e Pachino.
Il varietale locale, il Nocera, è storicamente coltivato nella zona del messinese e ha trovato il suo habitat ideale nel promontorio di Milazzo con qualche ettaro nelle province di Ragusa, Siracusa e in Calabria dove può essere impiegato per le DOC Bivongi e S.Anna di Isola Capo Rizzuto.
In Sicilia è incluso nei disciplinari delle denominazioni DOC Faro e Mamertino. Fu introdotto in Italia, probabilmente, con l’arrivo delle prime colonie greche risalenti al VII secolo a.C.
Le sue origini non sono certe, ma vanta antica coltura. È menzionato in opere e trattati di viticoltura da autori quali Geremia (1839) o Mes e Puillat (1879) per citarne alcuni.
Il Nocera è un vitigno di grande forza vitale, è generoso, il grappolo ha forma piramidale e acini spargoli. L’acino è spesso ricoperto di pruina, velo ceroso che si deposita sulla superficie dell’uva e di alcuni frutti.
Le produzioni monovarietali regalano vini dallo sfavillante rosso rubino intenso con screziature porpora. Il ventaglio olfattivo profuma di piccoli frutti rossi e nuance floreali.
All’assaggio rivela solidità palatale, sorso avvolgente, strutturato, con trama tannica fitta e acidità molto forte. Tra gli obiettivi dell’Associazione vi è quello di conferire maggiore dignità al Nocera all’interno della DOC Mamertino, dove attualmente può essere vinificato solo assemblato con altre uve.
In onore del Memertino, a Fiumedinsi (ME) e nell’ambito di Capricci d’Autunno 2023, consueta manifestazione che celebra i tesori del borgo della Valle del Nisi e dei monti Peloritani coniugando buon cibo, vino e prodotti gastronomici nelle giornate del 28 e 29 ottobre e 4 e 5 novembre, torna per il secondo anno come protagonista il vino Mamertino.
Infatti, una parte della 21esima edizione dell’evento sarà dedicata nella serata di domenica 5 novembre al vino della DOC messinese prodotto da uve coltivate nella Valle del Nisi e in numerosi comuni della provincia di Messina.
Gli organizzatori dell’AIS Taormina prevedono di bissare il successo del convegno “Mamertino: da Giulio Cesare ai nostri giorni” che si tenne lo scorso anno e annoverò una ricca platea di curiosi ed enoappassionati, oltre a una nutrita presenza della stampa specializzata.
Sono dunque previste due masterclass, degustazioni guidate da Gioele Micali sommelier professionista e responsabile della sezione AIS di Taormina.
La prima sarà riservata al Mamertino Bianco e inizierà alle 18.00. La seconda, alle ore 20.00 circa, si focalizzerà sulle versioni Rosso e Rosso Riserva.
Saranno presenti le autorità locali, i rappresentanti del CDA del Consorzio della DOC Mamertino e i venti produttori delle etichette portate in degustazione. Il pluripremiato pizzaiolo locale Giovanni Famà offrirà pizze gourmet per stemperare le note alcoliche dei vini.
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