Maltempo: danni incalcolabili ai vigneti e non solo

“Abbiamo chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di calamità per l’agricoltura devastata dal maltempo che ha colpito il Nord Italia”, questo è ciò che ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il quale ha scritto una lettera al Governo per sottolineare la necessità di un’immediata moratoria sugli impegni economico-finanziari e la sospensione degli oneri contributivi.

Le tempeste al Nord Italia e l’ondata di caldo al Sud

Il Nord Italia è stato segnato da ben 44 tempeste di vento e grandine in un solo giorno, che hanno colpito città e campagne con danni incalcolabili secondo l’analisi della Coldiretti su dati Eswd (European Sever Weather Database), dalla quale si evidenzia che l’ondata di maltempo ha colpito dal Piemonte al Veneto fino al Friuli Venezia Giulia con il concentrarsi di numerosi eventi estremi in particolare in Lombardia.

Grandine
Foto | Unsplash @David Trinks – Vinamundi.it

Le forti grandinate, con vere e proprie palle di ghiaccio, hanno colpito irrimediabilmente le produzioni di grano, ortaggi, barbabietole, frutta e vigneti, causando anche alberi divelti, serre distrutte e strutture agricole con tetti rovinati.

La grandine è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura, soprattutto in questa fase stagionale, per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo, colpendo i frutti o provocandone la caduta (o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita) o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione.

“Un evento climatico avverso che – afferma la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio, anche più grandi di una palla da tennis”.

A preoccupare le campagne è anche l’insopportabile ondata di caldo con il bollino rosso in 16 città del Centro e del Sud che sta letteralmente bruciando la frutta e la verdura nei campi, con ustioni che provocano la perdita del raccolto che, in alcune aziende, arrivano al 90%, dai peperoni ai meloni, dalle angurie all’uva, dai pomodori alle melanzane.

“Le scottature da caldo danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili – afferma la Coldiretti – Si cerca dunque di anticipare il raccolto quando possibile o si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione”.

Il caldo africano taglia anche le produzioni di uova, latte e miele. Se nei pollai si registra un netto calo della produzione di uova, le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline con un calo del raccolto di miele stimato pari del 70% sul 2022.

“Con il termometro sopra i 40 gradi ci sono forti ripercussioni con la produzione di latte scesa di oltre il 10% per le mucche nelle stalle mentre le pecore – sottolinea la Coldiretti – sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi. Nelle stalle sono in funzione a pieno ritmo ventilatori e doccette refrigeranti”

Difficoltà a lavorare in condizioni accettabili: interviene la ministra Calderone

Un altro grave effetto degli eccessi climatici è la difficoltà di lavorare in condizioni umanamente accettabili: un aspetto finito al centro del tavolo convocato dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, che in tal senso ha annunciato una norma ad hoc anche per l’utilizzo ad ore della Cisoa, la cigo per gli operai agricoli a tempo indeterminato e anche la deroga al contatore dei 90 giorni annui massimo di utilizzo.

Lavoro nei campi
Foto | Unsplash @Zeynep Sümer – Vinamundi.it

“È apprezzabile l’impegno ad affrontare tempestivamente la necessità di garantire condizioni di lavoro compatibili con le alte temperature” commenta la Coldiretti, secondo cui la Cisoa non è comunque lo strumento che risolve il problema perché non è sempre possibile fermare la produzione nelle campagne dove occorre garantire le forniture alimentari alla popolazionesalvare i raccolti di prodotti deperibili per combattere il caro prezzitutelare la salute dei lavoratori.

Si stima che per effettuare le operazioni agronomiche in campagna siano occupate in questo periodo, secondo la Coldiretti, quasi mezzo milione di persone dalla raccolta della frutta a quella della verdura, mentre c’è la vendemmia alle porte.

“Per garantire la sicurezza dei lavoratori – continua la Coldiretti –  vanno sostenuti gli accordi tra le parti sociali per adottare strategie ad-hoc, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione allo stop alla raccolta nelle ore più calde fino al lavoro notturno. Una esperienza adottata in molte realtà come Verona dove allo scopo di contenere il rischio del colpo di calore il datore di lavoro potrà prevedere, in deroga al contratto collettivo, una diversa distribuzione dell’orario di lavoro giornaliero anticipando (prima delle ore 6) e posticipando (dopo le ore 22) l’inizio ed il termine della prestazione lavorativa considerando l’intero orario come ordinario”.

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