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Il vino

Macerazione a cappello sommerso, di cosa si tratta?

In enologia, la macerazione a cappello sommerso rappresenta una tecnica affascinante e di cui si parla e scrive poco, che rivela il connubio tra la scienza e l’arte nella produzione del vino. Se non ha segreti per gli addetti ai lavori, ecco che i palati meno esperti possono avere dei dubbi in merito a questo processo, uno dei tanti che porta il vino sulle tavole dei consumatori. Eppure, la macerazione a cappello sommerso è di fondamentale importanza per estrarre i colori, gli aromi e i tannini dalle bucce dell’uva, ed aiuta a conferire al vino caratteristiche uniche e sfumature sensoriali inimitabili. Esploriamo insieme il significato, la procedura e l’importanza di questa pratica nella vinificazione moderna.

DEFINIZIONE E SIGNIFICATO

La macerazione a cappello sommerso è una metodologia di estrazione utilizzata principalmente per i vini rossi, ma talvolta anche per alcuni vini bianchi strutturati. Durante questo processo, le bucce dell’uva (che contengono pigmenti, tannini e composti aromatici) vengono immerse nel mosto (il succo d’uva) durante la fermentazione alcolica. Il termine “cappello” fa riferimento alla massa compatta delle bucce e dei graspi che si forma in superficie, simile a un cappello galleggiante sulla superficie del mosto.

Immagine | pexels @grapethings – vinamundi.it

LA PROCEDURA: UN’ARMONIOSA DANZA

La macerazione a cappello sommerso richiede precisione e cura, poiché ogni dettaglio influisce sulla qualità del vino finale. Ecco come avviene il processo:

  1. Fase di Fermentazione: inizia con la fermentazione alcolica, in cui il lievito converte gli zuccheri del mosto in alcol. Durante questa fase, le bucce galleggiano in superficie.
  2. Immersione e Rimontaggio: a intervalli regolari, le bucce vengono immerse nel mosto attraverso una pratica chiamata “rimontaggio”. Questo processo promuove una maggiore estrazione di colori, aromi e tannini dalle bucce.
  3. Estrazione Graduale: le sostanze contenute nelle bucce si diffondono gradualmente nel mosto. Questa estrazione avviene attraverso un processo di diffusione, in cui i composti passano dalla buccia al liquido circostante.
  4. Controllo e Monitoraggio: il viticoltore o l’enologo supervisionano attentamente il processo, determinando quanto tempo far durare la macerazione in base al profilo desiderato per il vino. Il controllo della temperatura è cruciale per evitare eccessive estrazioni amare.
  5. Separazione: una volta raggiunta l’estrazione desiderata, il mosto viene separato dalle bucce. Il vino continua il suo percorso verso la maturazione e l’affinamento.

L’IMPORTANZA DELLA MACERAZIONE A CAPPELLO SOMMERSO

La macerazione a cappello sommerso è fondamentale per creare vini rossi strutturati e aromaticamente complessi. Durante il processo, i tannini dalla buccia si fondono con il mosto, conferendo al vino un’importante struttura e la capacità di invecchiamento. Inoltre, l’estrazione dei pigmenti dalla buccia contribuisce a determinare il colore del vino.

I composti aromatici presenti nella buccia, come gli esteri e i terpeni, vengono trasferiti al mosto, arricchendo il profilo aromatico del vino. Questo può portare a note fruttate, floreali e speziate che caratterizzeranno poi il vino finito.

Immagine | pexels @leowoessner – vinamundi.it

INNOVAZIONI E SPERIMENTAZIONI

Nel mondo dell’enologia moderna, gli enologi hanno sperimentato varianti della macerazione a cappello sommerso. Alcuni utilizzano tecniche di rimontaggio più intense, mentre altri combinano questa pratica con fermentazioni spontanee o l’utilizzo di lieviti selezionati. Queste sperimentazioni mirano a creare vini sempre più espressivi e distinti.

In conclusione, la macerazione a cappello sommerso rappresenta una parte cruciale del processo di vinificazione dei vini rossi di qualità. Attraverso questa pratica artigianale, gli enologi creano vini con profili sensoriali unici, catturando l’anima dell’uva e trasformandola in una bevanda che racconta la storia della terra e dell’arte enologica.

Alessia Manoli

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