C’è chi nel mondo del calcio l’ha rinominato affettuosamente il “vate di Certaldo”. Chi da tifoso del Napoli lo ha ringraziato lo scorso anno per aver riportato i partenopei a vincere lo Scudetto in Serie A dopo più di trenta stagioni. Chi lo considera uno degli allenatori italiani più bravi nel far giocare un calcio esteticamente bello ed all’atto pratico efficace alle proprie squadre.
Per tutti dallo scorso weekend è ufficialmente il nuovo Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di calcio.
Stiamo parlando ovviamente di Luciano Spalletti, allenatore toscano conosciuto per la sua grande esperienza nel mondo del pallone, ma che negli ultimi anni sta iniziando a far parlare di sé anche come produttore di vino.
Il nettare prediletto dal dio Dioniso rappresenta, infatti, una grande passione per il nuovo CT degli Azzurri, il quale possiede una tenuta a pochi chilometri da Firenze, dove ama rifugiarsi nel rigenerante abbraccio della natura.
“Il progetto La Rimessa nasce dal poter vivere in un luogo esclusivo della Toscana, dove regalare un’esperienza, un ritorno alle semplici emozioni dimenticate, tra natura e animali. Tra la mia famiglia e La Rimessa è stato amore a prima vista”.
Queste le parole con le quali Luciano Spalletti presenta in un video promozionale La Rimessa, tenuta che il CT dell’Italia possiede a Montaione, in Toscana, poco lontano sia da Firenze che da quella Certaldo che gli ha dato i natali.
Qui, in quella che l’ex allenatore del Napoli considera una vera e propria oasi di pace e benessere, si estende una tenuta di circa 50 ettari, collocata in una posizione dominante sulle colline circostanti e caratterizzata dalla presenza di vigneti, oliveti e tre immobili in tipico stile toscano.
È il luogo in cui Spalletti ama rifugiarsi quando libero dagli impegni calcistici e dove ha la possibilità di assaporare nel profondo la propria filosofia di vita, caratterizzata da un grande amore per gli elementi naturali, dalla flora alla fauna.
“Per la nostra filosofia, ogni persona può diventare proprietaria di un pezzo di terra sul nostro Pianeta, ma non potrà mai esserlo della bellezza che ci sta sopra. Quest’ultima appartiene alla natura e noi dobbiamo averne cura e condividerla con gli altri”.
Spiega sempre Spalletti nel già citato video pubblicato sul sito ufficiale de La Rimessa, dove produce anche il proprio vino.
Un mondo, quello dell’enologia, che il tecnico toscano trova profondamente affine e collegato alla sua carriera da allenatore.
Vino e calcio sono, infatti, due realtà che per lui possiedono diversi punti di contatto.
“Trovo molte analogie tra allenare e produrre vino. Entrambe le attività mi permettono di lavorare all’aria aperta, creando strategie e contenuti. Poi, ovviamente, ci sono i risultati. Sia vincere una partita importante che aver prodotto un ottimo vino, mi dà grandissima soddisfazione”.
Un pensiero che dimostra come per Spalletti l’attività da allenatore e quella di produttore di vino siano le due anime che formano un unico insieme, fatto di idee, passione, storie e una visione del Mondo ben precisa.
Non è un caso, infatti, che alcune delle migliori idee al tecnico toscano siano venute proprie trascorrendo un momento di relax nella propria tenuta, dove a ispirarlo continuamente è la vita nei campi, a stretto contatto con gli animali e la straordinarietà del creato.
Sempre con un pensiero rivolto al calcio, settore che lo ha portato a diventare un uomo di successo.
“Se dovessi paragonare il mio vino [Bordocampo, ndr] a un calciatore, sceglierei Daniele De Rossi. Carattere e intensità per trovare l’armonia adatta a qualsiasi contesto”.
Da Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di calcio, Luciano Spalletti il suo esordio lo farà il prossimo 9 settembre, quando a Skopje guiderà gli Azzurri nella partita contro la Macedonia del Nord, valida per le qualificazioni ai Campionati Europei del 2024.
Un primo appuntamento al quale pochi giorni dopo seguirà quello a Milano contro l’Ucraina, Nazionale che l’Italia il 12 settembre sfiderà nella splendida cornice di San Siro.
“Un sogno che parte da lontano [quello di allenare l’Italia, ndr]. Avevo undici anni nel 1970, c’erano i Mondiali in Messico e chiesi a mia mamma se mi potesse cucire una bandiera dell’Italia, la più grande possibile, per poter andare a festeggiare quel fantastico 4-3 contro la Germania. Ora, questa bandiera dell’Italia la riporterò in campo quando andrò in panchina e spero di far rinascere quello stesso sogno che avevo io in tutte le migliaia di bambini che guardano la Nazionale Italiana”.
Ha raccontato Spalletti durante la conferenza stampa di presentazione come nuovo CT azzurro che si è tenuta lo scorso 2 settembre presso il Centro Federale Tecnico di Coverciano, alla presenza del Presidente della FIGC Gabriele Gravina, del capo delegazione dell’Italia Gianluigi Buffon (sostituirà il compianto Gianluca Vialli in questo ruolo, ndr), Renzo Ulivieri e i membri del proprio staff tecnico.
Il suo debutto come produttore di vino e di olio, l’allenatore toscano l’ha invece già fatto da tempo.
Montaione, uno dei borghi medievali più belli d’Italia, è la casa del Bordocampo, un vino prodotto con le uve del Sangiovese e del Merlot (raccolte e selezionate interamente a mano, ndr) e che rappresenta il prodotto di punta de La Rimessa.
Qui, nel cuore di un ideale triangolo che si delinea tra le città di Firenze, Siena e Livorno, Spalletti e la sua famiglia si sentono perfettamente a casa e riescono a produrre quel “lavoro di squadra” che anche l’ex CT dell’Italia Roberto Mancini (ora CT dell’Arabia Saudita e al quale Spalletti è subentrato, ndr) aveva definito essere alla base della produzione di un buon vino.
Così come Spalletti, pure il tecnico marchigiano è un appassionato di vino e, in alcune interviste rilasciate in passato, ha sempre sottolineato come la passione sia indispensabile per dar vita a un prodotto di qualità.
Quella passione che Spalletti nutre sia per la sua terra che per la sua famiglia, tanto che, chi si reca a La Rimessa, viene accolto da due spaventapasseri realizzati dall’artista Eugenio Taccini e rinominati Carl e Marce, a ricordo del padre e del fratello di Spalletti prematuramente scomparsi.
“Il silenzio delle colline è la cosa più bella del Mondo, perché trovi quella tranquillità per riuscire a pensare e ti senti un po’ come un monaco in un convento. È bello andare a toccare la profondità dei propri sentimenti”.
Aveva raccontato qualche tempo fa Luciano Spalletti ai microfoni di DAZN.
La perfetta chiosa per far capire l’essenza più profonda dello Spalletti allenatore, produttore vinicolo e uomo.
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