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Lollobrigida sfida il crollo dei consumi di vino: Non è così

In un contesto in cui il settore della ristorazione e i produttori di vino manifestano preoccupazioni per un presunto crollo dei consumi, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha rilasciato dichiarazioni contrarie durante il Consiglio Agrifish tenutosi a Bruxelles. Le sue affermazioni, sebbene rassicuranti, sono state accolte con scetticismo da chi vive quotidianamente le difficoltà del settore.

«Non mi pare ci sia stato questo tracollo dei consumi di vino, anzi…». Con queste parole, Lollobrigida ha cercato di minimizzare le preoccupazioni espresse da ristoratori e produttori. Tuttavia, queste affermazioni sembrano ignorare un trend allarmante segnalato da molti operatori del settore. In particolare, diversi ristoratori hanno riportato un calo significativo della domanda di vino, stimato tra il 30% e il 40%. La discordanza tra le parole del Ministro e le esperienze di chi lavora nel settore è quindi evidente.

l’impatto del nuovo codice della strada

Il nuovo Codice della Strada, voluto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha introdotto misure più severe riguardo alla guida in stato di ebbrezza. Questo tema delicato ha destato preoccupazioni tra i ristoratori, i quali temono che l’inasprimento delle sanzioni e il clima di paura legato al controllo dell’alcol possano allontanare i clienti dai ristoranti. Lollobrigida ha ribadito che «i parametri non sono cambiati rispetto a prima», aggiungendo che «sono state aumentate alcune sanzioni». Tuttavia, ciò che il Ministro sembra trascurare è che la percezione del rischio da parte dei consumatori è cambiata, influenzando le loro scelte.

le esperienze personali e le realità del settore

Un’altra affermazione che ha suscitato qualche domanda è stata quella del Ministro riguardo alla sua esperienza personale con il vino. «Io bevo molto volentieri quando vado a cena, ma provo a bere il giusto, senza esagerare. E tendenzialmente – ammette – non guido quando bevo». Questa dichiarazione, pur legittima, ha sollevato interrogativi sulla sua applicabilità per la maggior parte delle persone. Non tutti possono permettersi di rinunciare alla guida dopo una cena, e l’idea di un consumo moderato può sembrare un privilegio riservato a pochi.

In effetti, il settore della ristorazione è caratterizzato da una clientela variegata, spesso composta da gruppi di amici o famiglie che desiderano condividere un buon bicchiere di vino senza dover affrontare la preoccupazione di come tornare a casa. La paura di incorrere in sanzioni severe potrebbe influenzare le decisioni di molti, creando un clima di incertezza che potrebbe danneggiare ulteriormente il settore.

la cultura del vino in italia

Lollobrigida ha anche accennato alla necessità di «organizzarsi», sottolineando che «il consumo di vino non può essere legato a chi deve guidare». Tuttavia, questa visione potrebbe apparire riduttiva di fronte alle sfide concrete che affrontano i ristoratori. La questione non è solo quella di trovare soluzioni per il trasporto, ma di creare un ambiente in cui il consumo di vino possa essere celebrato e non stigmatizzato.

In Italia, il vino non è solo una bevanda, ma una parte integrante della cultura gastronomica. I ristoranti e le enoteche sono spazi in cui il vino viene apprezzato e condiviso, e un abbassamento dei consumi potrebbe avere ripercussioni non solo economiche, ma anche culturali. Le cantine vinicole, molte delle quali sono a conduzione familiare, potrebbero risentire pesantemente di un calo delle vendite, mettendo a rischio non solo l’occupazione, ma anche la tradizione vinicola italiana, rinomata in tutto il mondo.

Inoltre, le recenti statistiche mostrano che il settore della ristorazione è già stato colpito da un periodo di crisi a causa della pandemia di COVID-19. Molti ristoranti non sono ancora riusciti a recuperare le perdite subite, e l’ulteriore pressione del nuovo Codice della Strada potrebbe rivelarsi la goccia che fa traboccare il vaso. La resistenza del settore dipende non solo dalla capacità di adattarsi alle nuove normative, ma anche dalla volontà delle istituzioni di ascoltare e rispondere alle esigenze di chi lavora nel campo.

È fondamentale ricordare che il vino, oltre a essere un prodotto economico, è anche un simbolo di convivialità e socialità. Il dibattito sui consumi di vino e le politiche che li influenzano deve essere affrontato con attenzione, tenendo conto delle esperienze di chi vive quotidianamente il settore. La soluzione non può essere semplicemente quella di negare un problema, ma piuttosto di cercare un dialogo costruttivo tra istituzioni e operatori del settore, per salvaguardare una delle colonne portanti della cultura italiana.

Redazione Vinamundi

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