Il 2024 si preannuncia come un anno difficile per il settore dell’export di vini e spirits francesi, con i segni meno che continuano a dominare le statistiche. Secondo le ultime rilevazioni pubblicate dalla Fevs (Fédération des Exportateurs de Vins et Spiritueux), i dati sono stati resi noti durante la fiera Wine Paris, un’importante manifestazione del settore che raccoglie produttori e distributori da tutto il mondo.
Nel complesso, l’export ha raggiunto i 15,6 miliardi di euro, registrando una flessione del 4% in valore e una diminuzione dello 0,1% in volume. La categoria dei vini ha subito un calo significativo, scendendo a 10,95 miliardi di euro, con una perdita del 3% rispetto all’anno precedente, corrispondente a oltre 330 milioni di euro in meno in un solo anno. Tuttavia, i volumi di vino esportato hanno mostrato un lieve incremento dello 0,7%. D’altro canto, la categoria degli spirits ha subito un colpo ancora più duro, con una contrazione del 6,5% in valore, fermandosi a 4,4 miliardi di euro e una diminuzione dei volumi del 1,8%. Questo rappresenta il secondo calo consecutivo per il settore, dopo il crollo del 2023, che aveva visto un decremento del 5,9% in valore e del 10,4% in volume. In totale, dal 2022, la filiera di vini e spirits ha perso 29 milioni di casse esportate, un dato che desta preoccupazione tra gli operatori del settore.
Un aspetto particolarmente critico è rappresentato dal crollo delle vendite di Champagne e Cognac, due delle categorie più emblematiche del patrimonio vinicolo francese. Ecco alcuni dati significativi:
Anche altri liquori come il Calvados e l’Armagnac hanno mostrato segni di debolezza.
Gabriel Picard, presidente della Fevs, ha commentato la situazione attuale, evidenziando come, dopo un 2023 caratterizzato da un forte calo dei volumi, il settore stia ora attraversando una fase di “stabilizzazione”, che ha portato a una diminuzione del valore delle vendite. Picard ha sottolineato che l’inflazione e le incertezze geopolitiche stanno temporaneamente indebolendo la forte premiumizzazione che si era osservata negli anni precedenti.
Analizzando i mercati internazionali, si notano andamenti contrastanti:
Alla luce di queste preoccupanti statistiche, Picard ha lanciato un appello per esplorare nuovi approcci volti a proteggere i mercati esistenti e aprirne di nuovi. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di ricevere supporto concreto dalla politica, sia a livello francese che europeo, per rimuovere gli ostacoli che gravano sul settore, in particolare per quanto riguarda il Cognac in Cina.
La creazione della Maison des vins et spiritueux, prevista per gennaio 2025, rappresenta un tentativo di unire le forze del settore per ottenere un maggiore peso e influenza sulle istituzioni. Insieme alla Fevs, partecipano a questa iniziativa altre tre sigle del mondo beverage in Francia: la Ffva (Fédération française des vins d’apéritif), la Ffs (Fédération française des spiritueux) e l’Umvin (Union des maisons et marques de vin). L’idea è che l’unione possa portare a una posizione più forte e coesa nel mercato globale, per affrontare le sfide attuali e future con maggiore determinazione.
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