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L’enologia di precisione: il futuro della viticoltura identitaria

Negli ultimi anni, l’enologia italiana ha vissuto una trasformazione significativa, grazie alla crescente esigenza di unire qualità, sostenibilità e competitività. In questo scenario, l’enologia di precisione si distingue come una strategia cruciale per valorizzare le identità territoriali, affrontare le sfide climatiche e ottimizzare i processi produttivi. Un esempio emblematico di questa direzione è il Progetto SOSTEVIN, che si propone di integrare innovazione tecnologica, biodiversità e sostenibilità nella viticoltura campana.

Cosa si intende per enologia di precisione

L’enologia di precisione rappresenta un approccio multidisciplinare che combina tecnologie avanzate come sensori, monitoraggi in tempo reale, intelligenza artificiale e analisi chimico-fisiche. Questo metodo consente una gestione dettagliata e precisa di tutte le fasi della vinificazione. A differenza delle pratiche standardizzate, l’enologia di precisione permette di personalizzare il trattamento di ogni partita d’uva, esaltando le caratteristiche uniche di ciascun vino. I benefici di questo approccio sono molteplici:

  1. Maggiore fedeltà al terroir: ogni vino riflette in modo più autentico il territorio di provenienza.
  2. Uso razionale delle risorse: si riducono gli sprechi e si massimizza l’efficienza produttiva.
  3. Riduzione degli interventi correttivi: si minimizzano le necessità di aggiustamenti in fase di vinificazione.
  4. Valorizzazione del potenziale aromatico e strutturale: si esaltano le peculiarità organolettiche dei vini, rendendoli più complessi e interessanti.

Il Progetto SOSTEVIN: sostenibilità e identità vitivinicola campana

Il Progetto SOSTEVIN (Sostenibilità e sviluppo della diversità bio-culturale vitivinicola campana) è stato concepito con l’obiettivo di creare un modello integrato di sviluppo rurale. Finanziato nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Campania 2014-2022, il progetto è coordinato dal Gruppo Operativo SOSTEVIN in collaborazione con enti come I Piccoli Campi S.R.L., il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) e il CNR-ISPC (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati).

L’obiettivo principale del progetto è valorizzare le risorse vitivinicole della Campania, promuovendo un approccio che unisce innovazione tecnologica e competenze scientifiche al servizio delle imprese vitivinicole. Questa iniziativa è particolarmente significativa per la Campania, una regione con una tradizione vitivinicola millenaria e una straordinaria diversità di vitigni autoctoni.

Sette work package per un approccio olistico

Il progetto SOSTEVIN è articolato in sette work package, ognuno dei quali affronta un aspetto chiave per l’implementazione dell’enologia di precisione:

  1. WP1 – Zonazione viticola: analisi della variabilità pedoclimatica, fondamentale per guidare la viticoltura di precisione.
  2. WP2 – Caratterizzazione ecofisiologica dei vitigni autoctoni: miglioramento dell’adattabilità delle varietà locali ai cambiamenti climatici.
  3. WP3 – Vini passiti da vitigni autoctoni: sperimentazione di tecniche di appassimento e conservazione degli aromi.
  4. WP4 – Selezione di lieviti autoctoni: realizzazione di fermentazioni personalizzate, rafforzando l’identità territoriale dei vini.
  5. WP5 – Analisi metabolomica e salutistica: studio dei vini ottenuti, con attenzione ai composti bioattivi e alle loro potenzialità salutistiche.
  6. WP6 – Innovazione per la difesa fitosanitaria: sviluppo di strategie per proteggere i vigneti da malattie e parassiti in modo sostenibile.
  7. WP7 – Studio del terroir: esame del sistema culturale, paesaggistico e varietale, essenziale per comprendere le peculiarità locali.

Precisione e sostenibilità al centro del confronto tecnico

Il valore del progetto è stato confermato in occasione della giornata tecnica svoltasi il 12 marzo 2025 presso l’Istituto PROFAGRI di Capaccio (SA). Questo evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra esperti del settore vitivinicolo, agronomi e ricercatori. Temi centrali del dibattito hanno incluso la digitalizzazione della filiera vitivinicola, l’uso intelligente dei dati per ottimizzare le rese e la tutela della biodiversità enologica campana.

Un aspetto cruciale emerso durante l’incontro è stato il ruolo della ricerca scientifica nel promuovere pratiche vitivinicole più sostenibili. Le innovazioni tecnologiche possono offrire soluzioni concrete per affrontare le sfide attuali, come il cambiamento climatico e la crescente pressione sui sistemi agricoli. La capacità di monitorare e gestire in tempo reale le variabili agronomiche consente ai viticoltori di adottare decisioni informate, migliorando la qualità del prodotto finale e garantendo la sostenibilità dell’intero processo produttivo.

In questo contesto, il Progetto SOSTEVIN si configura come un modello da seguire per altre regioni vitivinicole italiane e non solo, dimostrando come la sinergia tra tradizione e innovazione possa portare a risultati eccellenti, preservando al contempo l’identità culturale e la biodiversità tipica dei luoghi di origine.

Redazione Vinamundi

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