Le Regioni italiane hanno concordato all’unanimità la linea comune per contrastare la possibile introduzione da parte dell’Irlanda di un’etichettatura che definisce tutte le bevande alcoliche come cancerogene, incluso ovviamente il vino.
L’Irlanda infatti ha confermato di voler andare avanti con la sua idea di integrare nelle etichette degli alcolici indicazioni sanitarie sui possibili danni che possono arrecare, pronunciandosi anche per un’estensione delle avvertenze anche agli altri Paesi dell’Unione Europea.
Lo scorso febbraio, in occasione di un evento UE sulla lotta al cancro, la responsabile dell’unità di controllo del tabacco e dell’alcool del Ministero della Salute di Dublino Claire Gordon ha affermato: “La speranza è che entro 2 o 3 mesi potremo dare il via a questa legge e che in seguito tutti gli altri Paesi ci seguano. Siamo molto grati e in effetti un po’ sorpresi di aver superato con successo la valutazione UE perché si tratta in qualche modo di una violazione del mercato unico”.
La Coldiretti, dopo l’annuncio del governo irlandese, ha chiesto l’intervento dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) nei confronti di una “norma distorsiva del commercio” anche con il supporto dell’alleanza costruita dall’Italia con Francia, Spagna e altri Paesi dell’Unione Europea.
“Viene realizzato all’estero più della metà del fatturato del vino italiano per un totale di 8 miliardi del 2022 che potrebbero essere messi a rischio dal diffondersi di ingiustificati allarmi in etichetta mirati a contenere i consumi di un prodotto presente sulle tavole da migliaia di anni e che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea” ricorda la Coldiretti.
La violazione del governo irlandese non è passata di certo inosservata alla delegazione al Comitato europeo delle Regioni (CdR) – rappresentata tra gli altri da Marco Marsilio (Abruzzo), Eugenio Giani (Toscana), Alberto Cirio (Piemonte) e Luca Zaia (Veneto) – la quale chiede formalmente un dibattito sul tema ai lavori della prossima sessione plenaria in programma il 24 e il 25 maggio a Bruxelles.
“Crediamo fermamente che la possibile introduzione di norme tecniche e restrizioni commerciali da parte del governo irlandese non siano proporzionate e soprattutto siano contrarie al diritto dell’UE” affermano i rappresentati regionali e locali.
Viene inoltre evidenziata che la misura potrebbe compromettere il buon funzionamento del mercato unico europeo, provocando una duplicazione dei costi per i produttori di vino che sarebbero incapaci di far fronte a sistemi di etichettatura che variano in ogni Stato membro.
“Abbiamo scritto una lettera al presidente del Comitato europeo delle Regioni e l’abbiamo sottoposta alla firma degli altri Paesi mediterranei e che hanno la cultura del vino”, – afferma il governatore del Piemonte Alberto Cirio, il quale chiama a raccolta i territori che vogliono seguire le Regioni italiane in questo percorso contro la richiesta dell’Irlanda di apporre un’etichetta sanitaria UE sul vino.
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