Con una tradizione che risale al 1924, il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella rappresenta un pilastro della viticoltura italiana, gestendo un vasto vigneto di 8.600 ettari distribuiti su 19 comuni della provincia di Verona. Questo consorzio comprende oltre 2.400 aziende vitivinicole e 360 imbottigliatori, con un valore della denominazione Amarone della Valpolicella che si attesta a circa 6 miliardi di euro. Negli ultimi 25 anni, il valore fondiario dei terreni vitati ha visto un impressionante incremento del 133%.
Recentemente, si è tenuta l’edizione speciale di Amarone Opera Prima, evento che ha celebrato il centenario del consorzio. Questo incontro ha visto la partecipazione di 78 aziende, oltre 400 operatori del settore, 1.500 appassionati di vino e 106 giornalisti provenienti da 26 paesi, segnando un record di interesse e partecipazione.
Il presidente del consorzio, Christian Marchesini, ha annunciato che nel 2026 l’Anteprima dell’Amarone potrebbe trasferirsi da Verona a Roma o Milano. Questa decisione è influenzata anche dalle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, che potrebbero limitare gli spazi disponibili nella città scaligera. Marchesini ha sottolineato che, sebbene l’idea di espandere l’evento all’estero, ad esempio a New York, sia affascinante, le risorse rappresentano un ostacolo significativo.
L’evento di Cortina, cruciale per la promozione dei vini della Valpolicella, continuerà a svolgere un ruolo preparatorio. Marchesini ha spiegato che, sebbene Cortina sia una località turistica veneta, offre una maggiore visibilità ai vini della Toscana, creando opportunità per i rossi della Valpolicella di emergere.
Un tema centrale emerso è l’importanza di una segmentazione chiara tra le diverse tipologie di vino, in particolare per il Valpolicella Superiore, spesso sottovalutato. Marchesini ha proposto di organizzare eventi specifici per questo vino, suggerendo che una rassegna dedicata potrebbe contribuire a una maggiore consapevolezza e valorizzazione del prodotto.
Per realizzare queste iniziative, il consorzio ha bisogno di un supporto più robusto da parte delle istituzioni, in particolare per quanto riguarda i finanziamenti legati ai progetti di promozione. Marchesini ha evidenziato che il contributo a fondo perduto del 50% attuale non è sufficiente e ha sollecitato un aumento di almeno all’80% per le iniziative consortili. È fondamentale rivedere le logiche di promozione per rispondere meglio alle esigenze dei consorzi.
Oggi, la comunicazione e la chiarezza sono essenziali. Il consorzio ha avviato un percorso per migliorare la rappresentazione delle varie tipologie di vino, evitando sovrapposizioni e confusioni. Ogni azienda dovrebbe contribuire a questa causa, adottando strategie di comunicazione più efficaci per il consumatore.
Marchesini ha accennato anche alla possibilità di modifiche al disciplinare, come l’introduzione di limiti massimi sul contenuto alcolico, per rispondere meglio alle esigenze del mercato. Tuttavia, ha avvertito che se i produttori non sono disposti a cambiare, sarà difficile procedere in questa direzione.
Infine, l’attuale organigramma del consorzio scade nel 2026. Quando gli è stato chiesto riguardo a una possibile ricandidatura, Marchesini ha risposto con cautela, sottolineando che è prematuro pensare a ciò che accadrà in tre anni. Con 11 anni di presidenza alle spalle, è il più longevo nella storia della denominazione, ma per ora si concentra sulla gestione attuale e sulle sfide future che attendono il consorzio e il prestigioso vino Amarone.
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