La Scandinavia si affaccia sul panorama vitivinicolo
Il cambiamento climatico apre nuove opportunità per la viticoltura in Scandinavia. Danimarca, Svezia e Norvegia emergono nel settore vinicolo
Quando si pensa ai grandi vini, le prime nazioni che vengono in mente sono Italia, Francia e Spagna. Tuttavia, il cambiamento climatico sta portando a trasformazioni impensabili, aprendo nuove opportunità per regioni che un tempo sembravano incompatibili con la viticoltura. È il caso della Scandinavia, dove Paesi come Danimarca, Svezia e Norvegia stanno emergendo come protagonisti inaspettati del settore vinicolo.
La Scandinavia si affaccia alla produzione vitivinicola
Le fredde terre del Nord Europa, conosciute per l’aurora boreale e i paesaggi incontaminati, sembravano improbabili candidati per la produzione di vino. Ma l’innalzamento delle temperature ha reso possibile coltivare la vite, specialmente nelle zone meridionali di questi Paesi. Negli ultimi anni, centinaia di vigneti sono stati impiantati in Danimarca, Svezia e persino Norvegia, cambiando il panorama agricolo locale.
Per molte persone in Scandinavia, ciò che era semplicemente un hobby è diventato un’opportunità di lavoro concreta. Una nuova generazione di viticoltori sta investendo in questa industria emergente, dando vita a una piccola ma promettente realtà vinicola.
Tra le storie più significative c’è quella dell’azienda vinicola Vejrhøj Vingård, situata sull’isola di Zelanda, in Danimarca. La famiglia Fink, proprietaria dell’azienda, ha saputo sfruttare le lunghe giornate estive tipiche di questa regione. Con più ore di luce rispetto a Francia e Italia, i vitigni ricevono condizioni ideali per maturare. Un esempio è il Solaris, un vitigno ibrido resistente al freddo e alle malattie, perfetto per il clima nordico.
All’inizio, la produzione dell’azienda era limitata a 4.000 bottiglie all’anno. Oggi, grazie al crescente interesse per i vini locali, l’azienda produce circa 20.000 bottiglie, distribuite anche a ristoranti di alto livello come il Geranium di Copenhagen.
La svolta per la viticoltura commerciale nella regione è arrivata con l’approvazione dell’Unione Europea nei primi anni 2000, che ha permesso la nascita di vigneti commerciali in Danimarca e Svezia. Tuttavia, il vero boom è avvenuto a partire dal 2010, quando molti coltivatori amatoriali hanno deciso di trasformare la loro passione in un’attività professionale.
Oggi la Danimarca conta circa 150 aziende vinicole distribuite su 125 ettari, mentre in Svezia sono attivi 193 ettari gestiti da 47 produttori. Anche in Norvegia si sta assistendo a un aumento di vigneti sperimentali, che rappresentano un potenziale per il futuro.
Nonostante i progressi, il settore vinicolo scandinavo deve affrontare molte difficoltà. I costi di produzione sono particolarmente elevati, specialmente per quanto riguarda la manodopera. Inoltre, le normative sull’uso di trattamenti chimici sono molto rigide, rendendo il lavoro più complesso rispetto ad altre regioni.
Un altro problema riguarda i prezzi. A causa dei costi di produzione alti, i vini scandinavi non riescono a competere con i prezzi dei vini provenienti da regioni tradizionalmente vinicole come Francia, Italia o Spagna. Questo limita la loro capacità di conquistare il mercato, anche all’interno dei Paesi nordici, dove i vini del Sud Europa restano i più popolari.
La viticoltura in Scandinavia è ancora in una fase iniziale, ma i segnali di crescita sono incoraggianti. Con il cambiamento climatico, un’innovazione costante e la passione dei nuovi produttori, il Nord Europa potrebbe ritagliarsi un ruolo significativo nel panorama vinicolo internazionale. Le sfide restano, ma il potenziale è enorme: in futuro, un calice di vino scandinavo potrebbe diventare un’esperienza comune e apprezzata a livello globale.
Giulia De Sanctis
Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.