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Il vino

La musica aiuta il vino a diventare più buono? Secondo Beppe Vessicchio sì

La musica è un’arte ma anche il vino, e Beppe Vissicchio, famoso maestro d’orchestra lo sa bene visto che oltre ad essere un intenditore di musica possiede anche una sua cantina di vini, in cui viene prodotto il suo personalissimo marchio di vino chiamato, udite udite, Musikè. Un nome indicativo di quello che stiamo per raccontarvi. 

A quanto pare, infatti, il vino di Beppe Vessicchio è un vino sperimentale, prodotto con un’alleata speciale molto amata dal direttore d’orchestra: la musica.

La musica come ingrediente segreto per il vino

La musica può influenzare il sapore del vino – Pexels – vinamundi.it

Secondo Beppe Vessicchio la musica è in grado di migliorare il sapore del vino, nonostante ad oggi non ci sia alcuna prova scientifica certa di un’eventuale correlazione tra gusto del vino e musica. Eppure, questo non ha scoraggiato Vessicchio, che si è posto come obiettivo personale quello di dimostrare quanto la musica riesca in realtà a provocare un effettivo cambiamento di sapore nel vino e ha voluto dare una dimostrazione pratica di quanto della musica possa alterare e migliorare il gusto di alimenti per natura poco gradevoli, come ad esempio il limone.

“Prendiamo due limoni, li tagliamo a pezzettini e li separiamo su due piattini. Un piattino lo mettiamo a vibrare sulla superficie di un tablet che riproduce musica armonico naturale, che tiene conto di una serie di parametri musicali della fisica. L’altro, invece, viene messo da parte. Quello che avviene è spiazzante. So che sembra roba da ‘Ritorno al futuro’, ma il limone armonizzato assume tutto un altro sapore.”

L’avventura di Beppe Vessicchio nel vino

Vessicchio ha cominciato a produrre vino nel 2013 e, quattro anni dopo, ha pubblicato un saggio per raccontare dei suoi primi esperimenti e dei benefici della musica in ambito alimentare, intitolato “La musica fa crescere i pomodori”, in cui il maestro d’orchestra ha spiegato come le canzoni dei Beatles possano, in qualche modo, favorire la crescita delle piante e, di conseguenza, andare a modificare il sapore stesso del vino.

Nel 2022, Vessicchio ha voluto eseguire un esperimento insieme a Luca Giardini, campione mondiale di sommellerie del 2010, Emilio De Filippi, vicepresidente di Assoenologi, la produttrice di vino Ilaria Petitto e Vincenzo Russo di Gambero Rosso, I quattro giudici avevano il compito di assaggiare tre diversi bicchieri di vino e riconoscere quale dei tre fosse stato messo a contatto per 15 minuti con la musica prodotta da Vessicchio. La maggior parte dei giudici ha riconosciuto il vino corretto.

Le melodie giuste per produrre Musiké

Lo stesso Beppe Vessicchio seleziona uve da vigneti biologici per produrre il suo vino dal nome così altisonante: Musiké.

L’uva viene fatta fermentare e poi versata in vasche dove può riposare e “ascoltare” 40 minuti di sollecitazioni armoniche attraverso trasduttori.

L’aspetto più interessante? La musica che risuona nella cantina è quella composta da Vessicchio, con dei parametri accuratamente scelti dal maestro di orchestra e considerati i migliori per favorire il cambiamento di sapore nel vino.

Il progetto Musikè si propone come una campagna di raccolta fondi, in cui tutti i proventi delle vendite finanzieranno attività legate al mondo della musica, contribuendo a sostenere gli studi di giovani talenti che da soli non potrebbero permettersi di studiare musica.

Vino e musica: cosa ne pensa la scienza?

Uno studio condotto da un team di psicologi della Heriot-Watt University, ha messo in luce come ascoltare diverse tipologie di musica mentre si sorseggia un calice di vino, può indurre a percepire un gusto diverso del vino.

Lo studio ha coinvolto 250 adulti, a cui è stato chiesto di bere uno Chardonnay o un Cabernet Sauvignon, dividendoli a bere in cinque stanze differenti in cui venivano riprodotti diversi generi musicali.

I risultati hanno messo in luce che il sapore del vino è stato influenzato dalla musica ascoltata nel 60% dei casi: una musica più potente faceva percepire il vino come più corposo, mentre una melodia più leggera e dolce rendeva il sapore del vino più delicato.

Inoltre, secondo due enogastronomi viennesi, Koeberl e Markus Bachmann, la Sinfonia n.41 di Mozart sarebbe in grado di rendere più raffinato il sapore del vino in fermentazione e riconducono questo effetto all’azione delle onde sonore sul lievito.

 

In conclusione, possiamo dire che la musica abbia un’influenza sia su come noi percepiamo il sapore del vino mentre l’ascoltiamo, sia sulla produzione stessa del vino. E se lo dice un esperto come Vessicchio, non possiamo fare a meno di crederci.

Alessia Barra

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