L’arte della produzione vinicola è un affascinante viaggio che attraversa territori, tradizioni e passioni. I grandi vini, definiti “vini di luogo”, nascono da una sinergia unica tra suolo, vitigno e l’abilità dell’uomo. Dalla Borgogna alle Langhe, da Bordeaux a Montalcino e alla Val d’Orcia, questi luoghi non solo producono vini di alta qualità, ma raccontano anche storie ricche di emozioni e ricordi. È fondamentale riflettere su cosa renda un vino veramente grande, specialmente in un’epoca in cui il valore di una bottiglia è spesso influenzato da punteggi e prezzi piuttosto che dalla sua reale qualità.
Durante l’incontro “Reincontrare Giulio Gambelli”, tenutosi a Rocca d’Orcia, si è discusso profondamente di questa tematica. L’evento, organizzato da Podere Forte, ha visto la partecipazione di produttori e cantine da alcuni dei territori vinicoli più prestigiosi d’Italia e Francia. Tra i nomi illustri presenti c’erano Giacomo Conterno, Ceretto e G. D. Vajra dalle Langhe, e Casanova di Neri e Biondi Santi da Montalcino.
Pasquale Forte ha aperto l’evento con una commovente riflessione su Giulio Gambelli, uno dei più grandi esperti di Sangiovese. Forte ha sottolineato come Gambelli avesse dedicato la sua vita alla ricerca della qualità e dell’autenticità nei vini. “La Terra è la nostra unica casa, e dobbiamo imparare a proteggerla e valorizzarla”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza della sostenibilità nel settore vitivinicolo.
Jacky Rigaux, noto critico e scrittore di vino, ha introdotto il concetto di degustazione geo-sensoriale, sottolineando l’importanza che i grandi vini devono sempre riflettere i territori di provenienza. Ha ricordato che, storicamente, le popolazioni hanno sempre selezionato i luoghi migliori per la viticoltura. Rigaux ha esortato a riscoprire il valore di questi territori, richiamando l’attenzione sull’evoluzione della produzione vinicola e sull’omologazione dei gusti nel corso della storia.
Un altro tema cruciale emerso durante l’incontro è stato il cambiamento climatico e il suo impatto sulla viticoltura. Roberto Conterno, della storica cantina Giacomo Conterno, ha parlato delle sfide attuali. “Dobbiamo imparare a gestire le molteplici variabili con cui lavoriamo quotidianamente”, ha affermato, evidenziando come la sua cantina produca vini iconici che riflettono la complessità del terroir piemontese.
Claude e Lydia Bourguignon, esperti agronomi, hanno paragonato il processo di vinificazione a un concerto, sottolineando che “senza il suolo, il vitigno o l’uomo, non esiste grande vino”. Questa analogia mette in luce l’importanza di ogni elemento per ottenere un grande vino.
L’incontro “Reincontrare Giulio Gambelli” ha rappresentato un’importante occasione per riflettere sul futuro del vino. In un panorama vitivinicolo in continua evoluzione, è essenziale riscoprire il legame tra vino e territorio. Solo attraverso la valorizzazione dei “vini di luogo” possiamo garantire un futuro sostenibile e autentico per il mondo del vino, in cui ogni sorso racconta una storia, un’emozione e un legame profondo con la terra.
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