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La famiglia Tonnino celebra Tachis con il rinato Ceuso

La famiglia Tonnino ha deciso di rendere omaggio a uno dei nomi più illustri della viticoltura italiana, Giacomo Tachis, attraverso una rielaborazione del celebre vino Ceuso. Questo vino, un blend di uve nero d’Avola, merlot e cabernet sauvignon, è stato originariamente concepito da Tachis, figura centrale nel panorama enologico nazionale e creatore di alcuni dei vini più iconici del Paese. Con l’annata 2020, che conta solo 3.300 bottiglie, Ceuso torna a far parlare di sé dopo quasi un decennio dall’ultima produzione, riemergendo grazie agli appunti storici ritrovati e alla collaborazione di Gino Amato, l’ex cantiniere di Tachis.

La storia del baglio Ceuso

Il vino Ceuso non è solo una bevanda, ma un pezzo di storia vitivinicola siciliana. Il baglio che gli dà il nome, ai piedi della città di Alcamo, è stato costruito nel 1860 e ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della viticoltura della regione. La cantina, che ha recentemente acquisito il baglio ottocentesco in contrada Vivignato, rappresenta un importante punto di riferimento per l’economia agricola e sociale di Alcamo. Qui, la viticoltura ha radici profonde, essendo stata un centro vitale per la produzione di vino, dove i contadini stoccavano le loro vendemmie prima della modernizzazione della logistica.

Nel XIX secolo, Baglio Ceuso divenne un nodo centrale per la raccolta e la distribuzione del vino proveniente dai paesi circostanti. Prima della sua apertura, i contadini erano costretti a gestire il vino a casa. Con la creazione del baglio, la produzione di vino si è trasformata in un’industria fiorente. Nonostante un certo ridimensionamento, le attività di Baglio Ceuso sono continuate fino agli anni ’90, quando fu acquistato dalla famiglia Melia, che ha dato nuova vita al marchio, rendendolo uno dei rossi più rappresentativi del rinascimento enologico siciliano, grazie anche all’apporto di Tachis.

La rinascita del Ceuso

Oggi, la cantina Tonnino ha ristrutturato e riportato in vita il baglio, preservando la sua essenza storica. Antonio Tonnino, che guida l’azienda insieme alla sorella Francesca e al padre Benedetto, esprime il proprio orgoglio nel raccontare la rinascita di Ceuso, un vino che è parte della memoria familiare e che ha segnato la storia della viticoltura siciliana. “Ricordiamo Ceuso sin da quando eravamo ragazzi e ora possiamo apprezzarlo anche nelle vecchie annate, che sono ancora straordinarie”, afferma Antonio.

Il Ceuso 2020 si distingue per la sua composizione:

  1. 50% di nero d’Avola
  2. 25% di cabernet sauvignon
  3. 25% di merlot

Questo vino è progettato per essere fruibile immediatamente, ma ha anche un potenziale di invecchiamento che lo rende adatto a una maturazione prolungata. La vinificazione avviene con un processo a cappello sommerso in piccoli serbatoi di acciaio, seguito da un affinamento in cemento e in barrique di rovere, prima di essere imbottigliato e lasciato riposare ulteriormente.

Qualità e sostenibilità del Ceuso

La qualità del Ceuso è il risultato di una rigorosa selezione delle uve, che crescono in vigneti a conduzione biologica certificata. Questi si trovano in due aree diverse, una nella valle del Belice e l’altra nelle campagne di Alcamo, dove i terreni alluvionali e di medio impasto favoriscono la produzione di vini eleganti e longevi. La famiglia Tonnino ha scelto di preservare anche le aree ecologiche, promuovendo un ecosistema dove flora e fauna possono prosperare.

Il Ceuso Sicilia DOC 2020 è caratterizzato da un colore rubino intenso, con riflessi porpora, e un bouquet olfattivo che evoca frutti rossi maturi come ribes e prugna, arricchito da note di pepe rosa e liquirizia. Al palato, il vino si presenta pieno e avvolgente, con tannini ben integrati e una freschezza sorprendente che ne esalta la vivacità. La sua versatilità lo rende un abbinamento ideale per piatti tipici siciliani, come la cacciagione in umido, i formaggi stagionati e le carni rosse alla brace.

Oltre al Ceuso, la cantina Tonnino produce altre dieci etichette, per un totale di circa 150.000 bottiglie. Ogni vino racconta una storia, dal Costa di Mezzo, un pinot grigio che riflette la freschezza della Sicilia sud-occidentale, al Terre di Mariù, un nero d’Avola che esprime la purezza di questa varietà autoctona. Questi vini non solo celebrano la tradizione vitivinicola siciliana, ma anche l’impegno della famiglia Tonnino per una viticoltura sostenibile e di qualità.

Redazione Vinamundi

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