La famiglia Polegato, nota nel panorama vitivinicolo italiano, sta vivendo una nuova stagione di crescita e innovazione. Dopo aver venduto le proprie quote nella storica cantina Astoria nel 2023, Giorgio, Giorgia, Luana e Riccardo Polegato hanno intrapreso una nuova avventura con l’acquisto della cantina La Viarte, situata nei suggestivi Colli Orientali del Friuli Venezia Giulia. Non a caso, il nome “La Viarte” in friulano significa “La Primavera”, un simbolo di rinnovamento e di vitalità che ben rappresenta l’approccio della famiglia verso questo nuovo progetto.
Investire nella qualità e nell’autenticità
La scelta di investire in La Viarte è frutto di una strategia ben definita: puntare sulla qualità e sull’autenticità dei vini, mantenendo al contempo un forte legame con il territorio. “La filosofia aziendale dedita all’alta qualità – affermano in coro i membri della famiglia – rimarrà al centro del nostro progetto e, al contempo, introdurremo nuove strategie per valorizzare il nostro brand sui mercati nazionali e internazionali.” L’obiettivo è ambizioso: posizionare La Viarte tra le dieci aziende più prestigiose dei Colli Orientali.
La location ideale per la viticoltura
La Viarte si trova a Prepotto, un’affascinante località che si estende lungo la Valle dello Judrio, un fiume che segna il confine con la Slovenia. La cantina è collocata su una delle colline circostanti, a quasi 200 metri di altitudine, dove le condizioni climatiche favorevoli, con escursioni termiche significative e i freschi venti di bora, creano un ambiente ideale per la viticoltura. La biodiversità della zona è un altro punto di forza: i 13 ettari di bosco che circondano la cantina e i 24 ettari di vigneto a corpo unico contribuiscono a mantenere l’equilibrio ecologico del territorio.
Innovazione e tradizione nei vitigni
La vallata dei Colli Orientali è caratterizzata dalla Ponca, un terreno marnoso-arenaceo particolarmente adatto alla coltivazione delle vigne. Questa composizione del suolo, insieme al microclima unico della zona, favorisce la produzione di vini di alta qualità. Riccardo Polegato, amministratore delegato della cantina, sottolinea l’importanza di lavorare per dare all’azienda un’identità nuova e autentica: “Vogliamo esprimere al meglio le radici di questa realtà e tutte le sue potenzialità.”
Un cambiamento significativo che contraddistinguerà La Viarte è il restyling delle etichette, che dal 2024 presenteranno la porta come leitmotiv. Questo simbolo rappresenta non solo l’ingresso in un nuovo capitolo, ma anche l’apertura verso il futuro e la volontà di invitare gli appassionati a scoprire i vini della cantina.
Vitigni autoctoni e vinificazione
La cantina punta a valorizzare i vitigni autoctoni, che rappresentano una delle ricchezze del Friuli Venezia Giulia. Tra questi, il Tazzelenghe, un vitigno raro che offre vini di grande personalità. La vinificazione prevede:
- Pigiatura soffice
- Macerazione sulle bucce per 15 giorni
- Affinamento in barrique e tonneau di rovere francese per 24-30 mesi
Il risultato è un vino dal colore rosso rubino brillante, con un naso complesso che ricorda frutti neri, prugne, note speziate e un sorso secco ma morbido, perfetto per accompagnare piatti di selvaggina e carni alla griglia.
Un altro vitigno di punta è il Sauvignon Blanc, vinificato in acciaio e affinato per almeno sei mesi sulle fecce fini. Questo vino, di un brillante giallo paglierino, offre al naso aromi di frutta esotica e agrumi, con un palato fresco e sapido, ideale per aperitivi e piatti di pesce. Anche lo Schioppettino, un vitigno che sta vivendo una sorta di rinascita, è al centro dei progetti di La Viarte.
Con questo nuovo capitolo, la famiglia Polegato si conferma dunque tra i protagonisti della viticoltura nazionale, portando avanti una tradizione di eccellenza e innovazione. L’impegno nella valorizzazione del territorio e dei vitigni autoctoni, insieme alla volontà di creare un legame forte con i consumatori, sono le basi su cui si fonda il futuro di La Viarte. La primavera è solo all’inizio e promette di portare frutti preziosi.