Negli ultimi giorni, una notizia ha catturato l’attenzione delle redazioni europee: la Commissione Europea potrebbe abbandonare il Nutriscore, il controverso sistema di etichettatura nutrizionale a semaforo. Questo sistema, sviluppato in Francia e adottato da diversi paesi europei, è al centro di un acceso dibattito. Secondo quanto riportato da France Inter, una radio francese, Wolfgang Burtscher, responsabile della DG Agri a Bruxelles, ha dichiarato che la prossima proposta riguardante un logo nutrizionale armonizzato e obbligatorio non riprenderà alcun sistema esistente, insinuando che il Nutriscore non sarà parte della nuova iniziativa.
Introdotto in Francia nel 2017, il Nutriscore è stato concepito per semplificare la scelta alimentare dei consumatori, fornendo un indicatore visivo immediato della qualità nutrizionale degli alimenti. Tuttavia, la sua applicazione ha suscitato ampie discussioni e contestazioni. Attualmente, paesi come Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Spagna e Svizzera lo hanno adottato, ma la sua estensione all’intera Unione Europea è stata ostacolata da un ampio gruppo di stati membri, guidato dall’Italia.
Il governo italiano, sotto la guida della premier Giorgia Meloni, ha espresso forti obiezioni al Nutriscore. Meloni ha avuto incontri con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per discutere dell’impatto che questo sistema avrebbe sulle eccellenze alimentari italiane. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato che se le notizie dovessero essere confermate, si tratterebbe di una vittoria significativa per l’Italia e per il governo Meloni, che ha sempre sostenuto la necessità di proteggere i prodotti di qualità italiani da etichettature fuorvianti.
Uno dei principali punti di critica verso il Nutriscore è il metodo con cui classifica gli alimenti. Il sistema assegna punteggi in base alla composizione nutrizionale, utilizzando una quantità standard di 100 grammi per tutti i prodotti. Questo approccio ha portato a situazioni paradossali, come nel caso dell’olio extravergine d’oliva, che riceve punteggi negativi a causa del suo elevato contenuto di grassi, senza considerare che viene consumato in quantità molto inferiori rispetto a quella standard. Gli oppositori sostengono che questo metodo non tiene conto dell’uso reale degli alimenti nella dieta quotidiana e potrebbe indurre i consumatori a scelte alimentari sbagliate.
In risposta alle critiche, la Commissione Europea ha avviato un processo di consultazione pubblica, cercando di raccogliere dati e opinioni per elaborare un sistema di etichettatura che risponda meglio alle esigenze dei consumatori e non penalizzi i prodotti di alta qualità. Anna-Kaisa Itkonen, portavoce della Commissione per il Clima, ha sottolineato l’importanza di fornire informazioni trasparenti ai consumatori e di lavorare in collaborazione con gli Stati membri per trovare soluzioni che soddisfino tutti.
Il dibattito sul Nutriscore non è solo di natura tecnica, ma tocca anche questioni culturali e identitarie. L’Italia, con la sua ricca tradizione gastronomica e i suoi prodotti di alta qualità, teme che un sistema di etichettatura che penalizzi determinati alimenti possa avere ripercussioni significative sul mercato e sul prestigio delle sue eccellenze. Il governo italiano ha sempre sostenuto che la qualità degli alimenti non può essere ridotta a un semplice punteggio, ma deve essere valorizzata attraverso una comunicazione chiara e onesta.
Mentre i negoziati tra i paesi membri procedono, la questione dell’etichettatura alimentare rimane un tema caldo in Europa. La Commissione si trova ora in una posizione delicata, considerando le crescenti pressioni da parte di vari stati membri e la necessità di arrivare a un compromesso che possa soddisfare le diverse esigenze.
Con la rinuncia al Nutriscore, l’Unione Europea potrebbe intraprendere una nuova strada nella regolamentazione dell’etichettatura alimentare, cercando di trovare un equilibrio tra la necessità di informare i consumatori e la protezione delle tradizioni culinarie locali. I prossimi sviluppi saranno cruciali per definire il futuro dell’etichettatura nutrizionale in Europa e per garantire che i consumatori ricevano informazioni chiare e utili per le loro scelte alimentari.
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