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La Carta geoviticola di Montalcino: un passo avanti per il Consorzio Brunello

Durante l’ultima edizione di Vinitaly, il Consorzio del vino Brunello di Montalcino ha svelato un’importante iniziativa: la Carta geoviticola di Montalcino. Questo progetto innovativo, realizzato in collaborazione con Copernico, una società all’avanguardia nel settore dell’high tech farming, e i Master of Wine Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi, rappresenta un passo significativo verso una comprensione più profonda delle peculiarità del territorio di Montalcino, noto in tutto il mondo per il suo pregiato vino Brunello.

La Carta geoviticola non è solo un documento, ma un sofisticato sistema di analisi e caratterizzazione del territorio che considera molteplici fattori. Tra questi, la geologia del suolo, il clima, le medie delle temperature, l’andamento delle precipitazioni e dei venti, oltre all’esposizione e all’altimetria. Questo approccio multidimensionale è fondamentale per comprendere come ogni elemento interagisca con il processo vitivinicolo e contribuisca a definire le caratteristiche uniche dei vini prodotti nella regione.

L’importanza della carta geoviticola

Il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, ha sottolineato l’importanza di questo strumento: “La realizzazione della carta geoviticola nasce dall’esigenza di dotarsi di uno strumento che identifica e descrive in maniera chiara il nostro territorio attraverso un approccio corale e stratificato”. Bindocci ha anche evidenziato che la mappa è stata sviluppata da un team di esperti che conoscono profondamente Montalcino e le sue peculiarità, assicurando così un alto grado di affidabilità e precisione.

In un contesto in cui la viticoltura si confronta sempre più con le sfide del cambiamento climatico e delle nuove tecnologie, la Carta geoviticola rappresenta un’opportunità per i produttori di adattarsi e migliorare. Gorelli e Lonardi hanno dichiarato: “Questa sessione segna la prima tappa di un percorso edificante nella lettura e nel racconto di un territorio unico come quello di Montalcino”. La loro affermazione mette in risalto l’importanza della Carta come strumento per raccontare la storia e la distintività del Brunello, un vino che ha guadagnato una reputazione internazionale grazie alla sua qualità e unicità.

Sinergia tra tradizione e innovazione

Copernico, dal canto suo, ha portato in dote anni di esperienza nel settore del digital farming. Marco Antoni, CEO e Founder di Copernico, ha commentato: “Conoscere per saper comprendere il complesso mosaico ambientale che caratterizza il nostro territorio”. Questo approccio si traduce in una sinergia tra le tecnologie avanzate e la tradizione vitivinicola, creando un connubio che può solo giovare alla produzione di qualità. Grazie alla mappa, ogni azienda vitivinicola avrà accesso a un dettagliato standard di riferimento che le consentirà di posizionarsi in maniera più precisa nel contesto territoriale e di interpretare al meglio le caratteristiche enologiche del proprio vino.

Un approccio collaborativo

Un altro aspetto rilevante della Carta geoviticola è la sua capacità di raccogliere e analizzare dati provenienti da diverse fonti. Contribuendo con dati meteorologici e saggi pedologici, le aziende locali possono alimentare la mappa, rendendola uno strumento dinamico e in continua evoluzione. Questo approccio collaborativo non solo arricchisce il patrimonio conoscitivo del Consorzio, ma permette anche di monitorare e adattarsi alle variazioni climatiche, un aspetto sempre più cruciale in un’epoca di cambiamenti ambientali rapidi.

Al termine della presentazione della Carta geoviticola, è stata organizzata una degustazione di sei etichette di Brunello di Montalcino 2020, commentate secondo il nuovo metodo di valutazione denominato “Brunello Forma”. Questo sistema combina dati oggettivi sugli andamenti climatici delle varie annate con le esperienze sensoriali di un campione rappresentativo di degustatori, con l’obiettivo di valorizzare le peculiarità delle diverse annate.

In questo contesto, la Carta geoviticola di Montalcino si afferma come un modello innovativo e un punto di riferimento per il settore vitivinicolo, non solo a livello nazionale ma anche internazionale. La sua implementazione rappresenta un’opportunità per i produttori di Brunello di Montalcino di elevare ulteriormente la qualità dei loro vini e di raccontare la storia di un territorio che, grazie alla sua biodiversità e alle sue tradizioni, continua a sorprendere e affascinare gli appassionati di vino di tutto il mondo.

Con l’adozione di strumenti così avanzati e l’impegno costante dei produttori locali, Montalcino si conferma non solo come uno dei luoghi più affascinanti della viticoltura italiana, ma anche come un esempio di come la tradizione e l’innovazione possano convivere e prosperare insieme.

Redazione Vinamundi

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