Il Nebbiolo, tradizionalmente associato al Piemonte – dove si concentra gran parte della sua produzione, dando vita a vini e denominazioni iconiche dell’enologia italiana – è un vitigno coltivato con successo anche in altre zone d’Italia.
Infatti in pochi sanno che questa varietà trova condizioni ideali anche in Sardegna, in particolare nel territorio del paese di Luras, in Alta Gallura, un’area dalla secolare tradizione vitivinicola.
In questo articolo parleremo in particolare del Karana annata 2022, prodotto dalla Cantina Sociale Gallura, di riferimento dell’Alta Gallura operativa dal 1956, nella sede a Tempio Pausania, in provincia di Sassari, ai piedi del Monte Limbara, nella Sardegna nord-occidentale.
La cooperativa è stata fondata con l’obiettivo di portare avanti la rinomata tradizione vitivinicola di questa zona, valorizzandone i prodotti tipici.
Qui è anche la casa del Vermentino, il vitigno della Gallura per eccellenza, alla base della DOCG Vermentino di Gallura, prima e unica DOCG della Sardegna e una delle rare Denominazioni riservate esclusivamente a vini bianchi.
Gran parte della produzione della Cantina Gallura si concentra su questa denominazione, prodotta in diverse versioni di primissima qualità, tra cui spicca il Vermentino di Gallura DOCG Superiore Canayli. Tra le varietà autoctone coltivate ci sono il Cannonau, Moscato, Pascale e il vitigno Caricagiola.
Inoltre la cantina è stata segnalata nel tempo anche per l’adozione e la coltivazione qualitativa del Nebbiolo che, a dispetto di quanto si possa credere, vanta una florida tradizione nel gallurese.
Secondo alcuni il vitigno del Nebbiolo fu introdotto in Gallura nel Settecento, secondo altri invece fu il generale e politico Alfonso La Marmora, un secolo più tardi, a portare questa varietà sull’Isola, trovando una prima casa nel comune di Lorus.
La Marmora fu molto colpito dal territorio della Gallura e e dall’organizzazione economica delle abitazioni di campagna, gli “stazzi”, e pensò che i colli granitici di questa zona dell’isola e il loro clima potessero essere adatti per la coltivazione di questo tipo di uva.
Particolarità è quella del nome: il nebiolo di Luras, con una sola “b” non è un errore ma più probabilmente il nome più antico del Nebbiolo prodotto in Piemonte.
Le condizioni preclimatico del territorio dell’Alta Gallura garantiscono un perfetto sviluppo e una perfetta maturazione delle sue uve: il suolo roccioso-granitico, l’ottima e costante esposizione dei vigneti e la vicinanza al Monte Limbara e al mare, generano il microclima ideale per la crescita del Nebiolo di Gallura.
Dal 1998 a Luras esiste la Confraternita del Nebiolo che ha l’obiettivo di promuovere la cultura e la coltivazione del Nebiolo e quindi anche il suo territorio.
Tra le iniziative organizzate, la Rassegna del vino Nebiolo a ottobre, la quale prevede la vendemmia comunitaria, un convegno a tema e la consegna del premio del miglior vino nebiolo e degustazioni: un appuntamento per scoprire, in compagnia del vino, la cultura e la storia del territorio e i suoi sapori.
Dunque, presso la Cantina Gallura, accanto alle autoctone varietà locali, viene coltivato il tipico Nebiolo gallurese, vinificato in diverse versioni, tra cui il Karana, un vino rosso che si è imposto sul mercato nazionale e internazionale.
Questo vino è ottenuto in prevalenza da uve Nebbiolo – circa 90% -, mentre il restante 10% si ricorre a uve della varietà Sangiovese e Caricagiola.
Il suo processo produttivo segue le fasi classiche della vinificazione in rosso, con macerazione delle vinacce per 5-6 giorni e maturazione/affinamento per un totale di circa 8 mesi.
Il Karana Colli del Limbara IGT Cantina Gallura 2022 si presenta con un colore rosso intenso rubino, al naso è ampio, persistente e pulito, con un bouquet di profumi chiaro e ben definito di piccoli frutti maturi (come more e ciliegie), arricchito da sentori vinosi.
Al palato è pieno, decisamente strutturato, asciutto e morbido, dall’ottima gradazione alcolica (14% vol.), equilibrato e con un bel mix tra note morbide, una trama tannica ben levigata e una fresca e piacevole vena acidula. Il finale è decisamente persistente e si avvertono le stesse sensazioni fruttate che si possono percepire al palato.
Il vino va conservato a temperatura costante di 16°C, umidità 75%, luce controllata e la bottiglia orizzontale, mentre per il servizio si consiglia calice di media altezza senza svasatura, temperatura 16°C, stappare almeno 30 minuti prima del servizio.
È un vino che si abbina molto bene ai primi piatti saporiti, magari pasta ripiena o con sughi e condimenti saporiti e importanti, ed è ottimo con secondi piatti di carne rossa e bianca, con formaggi di media o lunga stagionatura
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