Perché il concetto di J Curve è stato preso in considerazione durante un’analisi sulla relazione causa-effetto tra un’assunzione moderata di vino e la salute? A Bruxelles, durante il convegno “Moderate Wine Consumption & Mediterranean Diet”, è stato affrontato il tema degli effetti benefici generali del vino e delle criticità nella letteratura scientifica. Hanno partecipato esperti internazionali, tra cui Attilio Giacosa, professore di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva e Gastroenterologo al Cdi (Centro Diagnostico Italiano, ndr) di Milano e membro del Comitato Scientifico di Irvas, l’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute. Cosa è emerso dalle valutazioni? In poche parole ciò che è risultato dall’analisi è che bere vino con moderazione è meglio di essere astemi. Ma capiamo meglio cos’è la J Curve e cosa c’entra con il vino.
Cos’è la J Curve?
Il termine J Curve viene utilizzato principalmente in ambito economico, ma può essere inserito anche in quello della medicina. Nell’ambito vinicolo, la J curve si riferisce alla relazione tra consumo di alcol e mortalità, che viene rappresentata proprio come una curva a forma di “J”. Questa curva dimostra che chi beve vino con moderazione riduce il rischio di mortalità rispetto a chi è completamente astemio (curva inferiore della “J”). La mortalità aumenta drasticamente se si consuma, invece, una dose più importante di alcolici (tratto verticale della “J”). “Questa stessa curva si osserva per le malattie Cv (cardiovascolari, ndr) e per i disturbi cognitivi. Ed è fondamentale rimarcare come, in questo caso, il dato emerga dal confronto sia con l’astinenza che con l’abuso“, spiegano gli esperti.
“Basandoci su studi epidemiologici italiani e internazionali è già stato ampiamente evidenziato come un consumo abituale e moderato di vino, nell’arco della vita adulta e in abbinamento a corretti stili alimentari, non è dannoso – ha spiegato il professor Attilio Giacosa – e volendo prendere in considerazione, in particolare, la relazione causa-effetto tra un’assunzione moderata di vino e la salute, è assolutamente corretto rifarsi al concetto della ‘J Curve’, rapportato alla scienza. In molteplici studi internazionali, infatti, la relazione tra consumo di alcol e mortalità viene identificata con una curva a forma di ‘J‘”.
Un consumo moderato di vino riduce il rischio di malattie?
L’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute precisa: “Negli ultimi anni la ricerca è proseguita evidenziando alcuni bias scientifici che hanno caratterizzato molti studi, come la ‘sotto segnalazione’ dell’assunzione di alcol, cioè non prendere in considerazione la popolazione astemia nei dati d’incidenza“. “La validità della J Curve è stata ampiamente messa in discussione negli anni ma proprio perché la ricerca scientifica si aggiorna sulla base di sempre nuove evidenze, è anche in grado di modificare le proprie certezze”. Ne “è un esempio quanto accaduto con Lancet, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, che, nel 2018, ha pubblicato uno studio del gruppo internazionale Gbd (Global Burden of Diseases) secondo il quale non c’era alcuna dose quotidiana di alcol che riducesse il rischio di malattie e quindi era auspicabile la tolleranza zero“, si legge nella nota.
“Nel luglio 2022, di nuovo, la rivista Lancet proponeva un nuovo lavoro dello stesso Gbd3, che, confrontando con metodo scientifico un gruppo di consumatori e un gruppo di astemi, non solo correggeva il tiro, ma dimostrava come per gli adulti, dai 40 anni in su, la relazione causa- effetto tra un’assunzione moderata di alcol e il rischio di malattie non è lineare ma fa proprio una curva a J. Gli stessi studiosi del Gbd hanno, quindi, confermato i benefici di un consumo moderato dell’alcol, relativamente al rischio di incorrere nelle 22 patologie prese in esame dall’indagine”, continua la nota.
Il professor Giacosa sottolinea che “la posizione dell’Oms per cui ‘nessun livello di alcol è sicuro per la nostra salute’ si basa proprio sulla ricerca Global Burden of Disease del 2018, non considerando le conclusioni successive dello stesso Gbd. Senza voler alimentare il dibattito, che demonizza il consumo moderato di vino, equiparato ai superalcolici e al tabacco per la sua pericolosità per la salute, è ormai acclarato come invece favorisca la longevità, riduca il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e di disturbi cognitivi. Ovviamente, questo non significa che gli astemi debbano iniziare a bere per ridurre il loro rischio di malattie cardiovascolari o di diabete o per ridurre la degenerazione cognitiva senile e per ridurre il rischio di mortalità, ma l’evidenza epidemiologica indica che non c’è motivo di suggerire a coloro che bevono vino con moderazione di smettere di farlo“.