Italian wine export hits 8 billion euros in 2024, but consumption concerns loom over key markets

Il 2024 si preannuncia come un anno storico per l’export di vino italiano, con i valori che superano per la prima volta la soglia degli 8 miliardi di euro, raggiungendo esattamente 8,13 miliardi. Questo incremento del 5,5% rispetto all’anno precedente conferma la solidità del settore vitivinicolo italiano, che continua a mantenere il ritmo positivo avviato dall’estate scorsa. Tuttavia, nonostante questi dati incoraggianti, l’industria si trova a fronteggiare un contesto economico internazionale incerto e un calo dei consumi nel mercato statunitense, il più importante per il vino italiano.

Il raggiungimento di questo traguardo rappresenta una vittoria significativa per il made in Italy, ma è accompagnato da preoccupazioni legate alle dinamiche di consumo e all’andamento macroeconomico. I cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, le difficoltà economiche globali e le nuove tendenze di consumo potrebbero limitare la possibilità di replicare tali risultati nel breve termine.

Crescita dei volumi e dell’import

Analizzando i dati più nel dettaglio, non solo il valore dell’export è aumentato, ma anche le quantità di vino spedito all’estero sono cresciute. Secondo i dati Istat, elaborati dal settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso, le esportazioni hanno raggiunto 2,18 miliardi di litri, con un incremento del 3,3%. Tuttavia, questo dato non è da considerarsi un record, poiché nel 2021 erano stati esportati 2,2 miliardi di litri. L’import di vino in valore è passato da 517 a 592 milioni di euro, con un aumento significativo degli acquisti dalla Francia, che ha portato a un saldo commerciale negativo per quasi cento milioni di euro. Il prezzo medio al litro del vino esportato è aumentato, passando da 3,65 euro a 3,72 euro, un segnale positivo che riflette la crescente domanda di vini italiani di qualità.

Spumanti: il motore della crescita

Tra i vari segmenti del mercato vinicolo, gli spumanti si sono affermati come il vero motore della crescita. Nel 2024, questo settore ha totalizzato un valore di 2,38 miliardi di euro, con un incremento dell’8,9% e quantitativi che hanno raggiunto 555 milioni di litri (+12%). In particolare, il Prosecco Dop ha avuto un ruolo fondamentale, con 414 milioni di litri esportati (+15%) e un valore che ha toccato i 1,82 miliardi di euro, rappresentando oltre il 75% dei valori della spumantistica italiana. Al contrario, la crescita dei vini fermi in bottiglia è stata più contenuta, con un incremento del volume da 1,15 a 1,20 miliardi di litri (+4,3%) e una spesa totale di 5,3 miliardi di euro (+4,7%).

I principali mercati di sbocco: sfide e opportunità

Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato per il vino italiano, nonostante le incertezze legate ai dazi sull’importazione di beni agricoli e agroalimentari dall’Unione Europea. Nel 2024, gli Stati Uniti hanno mostrato un aumento del volume del 7%, con 362 milioni di litri venduti e una spesa di 1,93 miliardi di euro (+10,2%). Gli esperti ritengono che questo aumento possa essere attribuito a un effetto scorte da parte degli importatori, che stanno cercando di evitare l’incremento delle tariffe previsto per il prossimo aprile.

In Germania, i consumi delle famiglie stanno subendo un calo, con i volumi di vino importati che sono diminuiti da 531 a 515 milioni di litri (-3%), anche se i valori sono cresciuti lievemente da 1,14 a 1,18 miliardi di euro (+3,7%). Questa situazione riflette le difficoltà economiche che le famiglie tedesche stanno affrontando, influenzando le loro abitudini di consumo.

Nel Regno Unito, dove emergono nuove tendenze di consumo e si prevede un aumento delle accise sugli alcolici, le quantità di vino importate sono passate da 256 a 261 milioni di litri (+2%), con un incremento dei valori da 842 a 851 milioni di euro (+1%). Questi dati indicano che, nonostante le sfide, il mercato britannico continua a rappresentare un’opportunità per i produttori di vino italiani.

Un futuro incerto

In conclusione, il 2024 segna un importante traguardo per l’export di vino italiano, ma le incertezze economiche a livello globale e le fluttuazioni nei consumi nei principali mercati di sbocco pongono interrogativi sul futuro del settore. La capacità del made in Italy di adattarsi a queste sfide sarà cruciale per mantenere e potenziare la propria posizione nel mercato internazionale. I produttori dovranno rimanere vigili sulle tendenze di consumo e sulle dinamiche economiche, per affrontare al meglio un contesto in continua evoluzione.

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