Incontro ravvicinato con la ricchezza varietale del vino italiano

L’Italia è riconosciuta come un vero e proprio paradiso del vino, con una tradizione vinicola che si distingue per la sua straordinaria varietà. Ogni regione offre una gamma di denominazioni, ciascuna con le proprie varietà autoctone e tecniche di produzione, creando un mosaico di sapori e profumi inimitabili. Durante il Vinitaly 2025 di Verona, si è svolto un evento di grande rilevanza, intitolato “I diversamente autoctoni”, che ha messo in luce vini provenienti da territori meno convenzionali, ma altrettanto affascinanti.

Con la guida di Luciano Ferraro, vicedirettore del “Corriere della Sera”, e Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, gli assaggi hanno rappresentato un viaggio attraverso le etichette di imprenditori visionari. Questi produttori, provenienti da diverse parti d’Italia, hanno saputo trasformare sfide in opportunità, impiantando varietà sia autoctone che internazionali e creando vini che raccontano la loro terra in modo originale e innovativo.

I protagonisti delle bollicine

Tra i vini presentati, il Franciacorta Dosage Zéro Vintage Collection 2015 di Ca’ del Bosco ha catturato l’attenzione per il suo perlage persistente e i profumi di agrumi, mandorle e crosta di pane. Questo vino rappresenta un perfetto esempio di come il terroir possa influenzare il prodotto finale, grazie alla sua sapidità e finezza.

Un’altra eccellenza è il Trentodoc Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Edizione Speciale 2006 di Ferrari, che offre aromi di fiori di camomilla e spezie, presentando un sorso ricco e cremoso. Anche l’Alta Langa Riserva 2019 di Coppo si distingue per il suo profilo aromatico, con toni di piccoli frutti rossi e agrumi, che anticipano un sorso fragrante.

Vini da diverse regioni

Scendendo in Romagna, il Chardonnay Lòstar 2023 di Poderi dal Nespoli si fa notare per i suoi profumi di burro fuso e frutta tropicale. Questo vino rappresenta l’evoluzione della regione, mantenendo però le sue radici storiche. Un grande classico è il Cervaro della Sala 2019 del Castello della Sala, che incarna l’eleganza e la complessità dello Chardonnay in Italia.

In Toscana, il panorama enoico è altrettanto ricco. L’Poggipiè 2022 della Tenuta di Artimino, un Cabernet Franc in purezza, è caratterizzato da aromi di cedro e cioccolato. Anche il blend 2020 della Tenuta Vergaia, che combina diverse varietà, offre un profilo aromatico intrigante. Non possiamo dimenticare il Merlot in purezza Sacred Love 2020 de Il Palagio di Sting, che presenta un bouquet di frutti rossi maturi e vaniglia.

Vini unici dal nord Italia

Risalendo verso nord, l’Alto Adige Pinot Nero 2022 di Franz Haas offre una freschezza unica, con note di lamponi e fragole. Altrettanto interessante è il Pinot Nero Pernice dell’Oltrepò Pavese 2019 di Conte Vistarino, che si distingue per i suoi profumi di frutti rossi e spezie.

Infine, non possiamo concludere senza menzionare il Tancredi 2014 di Donnafugata, un blend di Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon, che racconta la storia della Sicilia attraverso aromi di prugna e cioccolato. La sua trama tannica decisa e il sorso polposo lo rendono un vino di grande personalità.

In conclusione, l’evento “I diversamente autoctoni” ha dimostrato come l’Italia continui a sorprendere e incantare con la sua straordinaria varietà di vini. Ogni etichetta racconta una storia di territori, culture e tradizioni, offrendo un viaggio sensoriale unico per chi ha la fortuna di degustarli.

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