In Sicilia, la vendemmia del 2024 si è conclusa con un calo produttivo del 20% rispetto allo scorso anno, causato principalmente dalla persistente siccità che ha colpito gran parte dell’isola. La scarsità di piogge, iniziata già nel 2023 e proseguita quest’anno, ha creato difficoltà significative ai viticoltori siciliani. L’inverno siciliano è stato insolitamente secco e in estate le riserve idriche erano insufficienti per soddisfare le necessità delle vigne, portando a raccolti ridotti.
La produzione dell’uva da vino in Sicilia è calata del 20%
La vendemmia ha avuto un inizio anticipato, partendo a metà luglio proprio per l’effetto della siccità. Le ultime uve a essere raccolte sono state quelle dell’Etna, dove, in controtendenza con il resto della regione, la produzione è aumentata rispetto all’anno precedente. Sull’Etna, infatti, si sono registrate piogge moderate ma costanti dalla fine di luglio, contribuendo a preservare le riserve idriche. Questo ha favorito una produzione prevista in aumento del 60% per il 2024, un incremento significativo rispetto al calo dell’anno precedente, quando una grave infestazione di peronospora aveva ridotto drasticamente la raccolta. Secondo il Consorzio Etna DOC, queste condizioni permetteranno una produzione di alta qualità per i vini dell’area etnea.
In altre aree della Sicilia, come la parte occidentale e l’isola di Pantelleria, la siccità ha invece avuto effetti devastanti. A Marsala, il Consorzio per la tutela del vino Marsala DOC ha stimato una riduzione media della produzione del 30%. Pantelleria, situata a circa 110 chilometri a sud-ovest della Sicilia, ha visto una vendemmia dello Zibibbo più breve di due settimane rispetto alla norma, con un calo del 40% rispetto al 2023. Questo vitigno, utilizzato per produrre il famoso Passito di Pantelleria, ha risentito particolarmente delle condizioni climatiche sfavorevoli, riducendo la quantità ma mantenendo comunque una buona qualità delle uve raccolte.
Nonostante il calo complessivo della produzione, la vendemmia siciliana del 2024 si distingue per l’alta qualità delle uve. I viticoltori locali hanno adottato pratiche agronomiche innovative per fronteggiare la carenza d’acqua e proteggere i vitigni, riuscendo a ottenere grappoli sani e di elevata qualità. L’uso di tecniche avanzate ha permesso di gestire le risorse idriche limitate e di assicurare un raccolto in linea con gli standard qualitativi dell’isola.
Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, ha evidenziato come la vitivinicoltura siciliana sia orientata all’innovazione e alla qualità, nel rispetto del territorio. Nonostante le difficoltà, i produttori hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento, garantendo la sopravvivenza di varietà autoctone e alloctone grazie a strategie agricole avanzate. I vini siciliani dell’annata 2024 riflettono così la diversità dei terroir dell’isola: i rossi promettono complessità e buone potenzialità di invecchiamento, mentre i bianchi si preannunciano aromatici e persistenti. Tra i vitigni che hanno dato risultati eccellenti, spiccano il Nero d’Avola, il Grillo e il Frappato, simboli di resilienza e adattamento alle sfide climatiche.
Antonio Rallo, presidente del Consorzio Vini DOC Sicilia, ha confermato che, nonostante una perdita produttiva del 20%, la qualità rimane alta. Anche il Consorzio DOC Monreale ha riportato una riduzione del 10-15%, ma le uve sane e resistenti delle varietà Perricone, Grillo, Catarratto e Syrah garantiscono una produzione di qualità.
A Marsala, nonostante la diminuzione del 30% nella produzione, i vini di base, come quelli ottenuti dai vitigni Grillo, Catarratto e Insolia, mostrano una gradazione ottimale. La zona del Cerasuolo di Vittoria DOCG, unica DOCG siciliana, ha concluso positivamente la vendemmia, grazie alla resistenza dei vitigni Frappato e Nero d’Avola, ben adattati al clima arido.
Nelle isole minori, la vendemmia ha visto sfide simili. Sulle isole Eolie, il Consorzio Malvasia delle Lipari ha stimato un calo della produzione del 20-30%, ma i vini bianchi si preannunciano intensi e aromatici. Su Pantelleria, la raccolta dello Zibibbo è stata anticipata, garantendo uve mature e di alta qualità, nonostante la riduzione della quantità prodotta.
L’Etna rappresenta l’eccezione di quest’annata, con una produzione in aumento del 60% rispetto al 2023, grazie alle piogge estive che hanno aiutato a mantenere le riserve idriche. Francesco Cambria, presidente del Consorzio Etna DOC, ha dichiarato che il 2024 sarà un’annata interessante per i vini dell’Etna, che si preannunciano di eccellenza.
In sintesi, la vendemmia siciliana del 2024 ha visto una produzione ridotta, ma con uve di elevata qualità. L’innovazione nelle pratiche agricole e l’adattabilità dei viticoltori siciliani hanno permesso di ottenere vini che esaltano le caratteristiche uniche del territorio, dimostrando come la Sicilia del vino sia capace di superare le sfide climatiche e continuare a offrire prodotti di eccellenza.