Giovedì 13 marzo 2023, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un nuovo piano di dazi che potrebbe colpire i vini europei con un’imposta fino al 200%. Questa notizia ha scatenato un immediato panico tra gli importatori americani, costringendoli a congelare gli ordini già in corso. L’incertezza su quando questi dazi entreranno in vigore ha portato a una paralisi del mercato vinicolo, con le aziende che cercano di evitare di ricevere spedizioni che potrebbero essere soggette a queste pesanti tariffe.
Inizialmente, ci si aspettava che gli importatori accorressero a riempire i loro magazzini prima che le nuove tariffe entrassero in vigore, ma la recente dichiarazione di Trump ha cambiato tutto. Con l’assenza di una data specifica per l’applicazione delle nuove tariffe, molti importatori si trovano ora in una situazione di stallo, preferendo non rischiare di incorrere in costi insostenibili.
Uno dei maggiori rivenditori di vino negli Stati Uniti, Total Wine & More, ha comunicato tramite una lettera inviata alle cantine italiane del proprio portfolio che intende sospendere gli acquisti. Nella lettera, datata 14 marzo, l’azienda ha spiegato che i prodotti importati potrebbero arrivare negli Stati Uniti intorno alla prima settimana di aprile, proprio quando potrebbero scattare le nuove tariffe. Questo ha portato l’azienda a prendere la difficile decisione di mettere in pausa gli ordini pendenti fino a ulteriori chiarimenti.
Mary Taylor, proprietaria dell’importatore Mary Taylor Wine, ha espresso preoccupazione per i 16 container di vino europeo già in transito verso gli Stati Uniti. Secondo Taylor, un’imposta del 200% su questi vini potrebbe distruggere la sua attività. “Se devo pagare queste tariffe, ho finito,” ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di annullare alcune spedizioni in arrivo.
Jeff Zacharia, presidente di Zachys, un rivenditore di vini pregiati a Port Chester, New York, ha condiviso un sentiment simile, affermando che la mancanza di chiarezza lo ha portato a interrompere gli acquisti di vino europeo. “È molto difficile fare preparativi quando non hai un percorso chiaro da seguire,” ha detto, evidenziando la complessità della situazione. La sua azienda, che si basa per l’80% sulle importazioni di vini europei, si trova ora in una posizione precaria.
Le notizie dei dazi hanno avuto un impatto immediato anche sui produttori di vino in Europa. L’Unione Italiana Vini (Uiv) ha confermato che l’annuncio dei dazi ha già portato a un aumento delle disdette degli ordini. “Stiamo assistendo a effetti negativi sul mercato, con cancellazioni delle spedizioni destinate oltreoceano che si stanno moltiplicando,” ha dichiarato un portavoce dell’Uiv.
In risposta a questa situazione, Uiv, insieme ad altri imprenditori europei del Comité vins, ha chiesto alla Commissione Europea di rivedere urgentemente le liste dei prodotti soggetti a dazi, chiedendo di escludere le bevande alcoliche americane, come spiriti e vino. Questa richiesta è motivata dall’inequità della disputa commerciale, considerando che i dazi ritorsivi minacciati da Trump sui vini europei sono di gran lunga superiori rispetto a quelli imposti sui prodotti americani esportati in Europa.
Secondo un’analisi dell’Uiv, il valore delle esportazioni di vini europei verso gli Stati Uniti ammonta a circa 8 miliardi di euro, mentre le esportazioni americane in Europa valgono solo 1,35 miliardi di euro. Questa sproporzione solleva interrogativi sull’opportunità di includere i vini e gli alcolici nella disputa commerciale, dato che sembra emergere un chiaro “gioco a perdere”.
Con la crescente incertezza e la possibilità di dazi così elevati, molti importatori si trovano di fronte a decisioni difficili. Alcuni stanno persino considerando di interrompere completamente gli acquisti di vino europeo fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sulla situazione. Jeff Kellogg di Kellogg Select ha affermato che potrebbero smettere di acquistare vino europeo finché non si avrà una visione più chiara dell’evoluzione della situazione.
La tensione tra Stati Uniti ed Europa continua a crescere, e il settore vinicolo è uno dei tanti che sta subendo le conseguenze di questo conflitto commerciale. La situazione attuale rappresenta una sfida significativa per gli importatori americani e per i produttori europei, i quali temono che un aumento dei costi possa ridurre drasticamente le vendite e il consumo di vino europeo negli Stati Uniti. Con i consumatori americani sempre più interessati ai vini di qualità, questa dinamica potrebbe avere ripercussioni durature sul mercato.
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