Immunologi a confronto sul vino: le posizioni di Viola e Bassetti

Il dibattito attorno al famigerato detto “un bicchiere di vino al pasto non fa male” è sempre stato controverso. Quest’affermazione sfida una sorta di legge non scritta, radicata nella nostra cultura, che spesso si basa più sulla retorica che sull’evidenza scientifica. La semplice idea che un bicchiere di vino durante il pasto non sia dannoso viene difesa con il mantra “consumo non significa abuso”, sottolineando che l’aggiunta di quel bicchiere di vino non fa male a patto di non esagerare.

Vino in enoteca
Vino in enoteca | Pixabay @IL21 – Vinamundi

Tuttavia, è importante notare che le linee guida ufficiali del ministero della Salute hanno una visione diversa. Attualmente, non si fa più riferimento a concetti come “consumo moderato” o “consumo consapevole”, poiché potrebbero portare ad un’indulgenza nell’assunzione di alcolici. Questo perché il ministero sostiene che non esista un livello di consumo che non comporti alcun rischio per la salute.

Viola: “L’alcol indebolisce la barriera intestinale e favorisce l’infammazione”

Ma vediamo gli esperti cosa ne pensano. Antonella Viola, biologa e divulgatrice scientifica, ha risposto alla tesi di Maurizio Vecchi, il direttore di gastroenterologia del Policlinico di Milano, che sostiene la tesi che “una piccola dose di vino nella dieta mediterranea ci può stare”. “No – ha ammonito l’immunologa al Corriere Milano -, è infiammatorio, soprattutto per le donne”. Sul fatto che “l’idratazione facilita le funzioni regolari dell’intestino e l’eliminazione delle scorie pro-infiammatore”, Viola ribalta il concetto: “Allora dobbiamo bere solamente acqua. Le bevande zuccherate e l’alcol indeboliscono la barriera intestinale e favoriscono l’infiammazione”.

La risposta di Bassetti

Una chiusura netta che arriva anche citando l’Organizzazione mondiale della sanità, che come sottolinea Viola “dice che non c’è una soglia di protezione dall’alcol. Non è possibile dire: se bevo due bicchieri al giorno non mi succede niente. L’unica certezza è che nelle donne è un po’ più pericoloso che negli uomini”. Parole che non sono andate giù al virologo Matteo Bassetti, che riferendosi alle parole di Viola ha scritto su X: “Ci risiamo. La Professoressa ha crocifisso e annientato nuovamente il vino liquidandolo come sempre dannoso, anche in modiche quantità (1 bicchiere). Il Mondo ci invidia la dieta mediterranea, le nostre tradizioni gastro-enologiche e il nostro vino – da consumarsi saltuariamente e con moderazione – E la Viola che fa? La brava immunologa padovana, che non mi risulta esperta di dietologia e nutrizione, predica digiuno intermittente e astinenza totale dal vino, bollandolo come la peggiore delle sostanze cancerogene.

Il Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova poi rincara la dose, spiegando che sono altri gli alimenti dal quale tenersi alla larga: “Perché non si parla dei danni provocati dalle merendine ipercaloriche fatte con farine spazzatura? O del salmone da supermercato pieno di antibiotici? O delle bevande gassate e zuccherate devastanti per le nuove generazioni? O del pollo denutrito carico di batteri? Nessuno raccomanda di abusare del vino ma non condivido questa demonizzazione. Sembra davvero un’ossessione quella per il vino”. Sulla polemica è poi intervenuti anche il nutrizionista Visoli che su Corriere.it ha detto: “I bevitori moderati vivono più degli astemi”, ha spiegato il docente universitario. “Fino a due o tre bicchieri al giorno, nessuna evidenza scientifica sui rischi. L’alcolismo è invece una piaga sociale e va combattuto”.

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