Il vitigno Viognier è originario della Valle del Rodano, in Francia, dove è stato introdotto dall’imperatore Marco Aurelio Probo, che era originario di Sirmio (Sremska Mitrovica) in Serbia, per cui è possibile che le sue origini siano balcaniche.
L’origine del nome Viognier è piuttosto dibattuta: c’è chi fa derivare il nome dal celtico vidu, traducibile con bosco, rimandando alla possibile origine selvatica del vitigno, e chi invece lo considera una sorta di rivisitazione di Vienne, un comune francese nella zona del Rodano.
Molto diffuso e conosciuto in epoca pre-filossera, il vitigno Viognier ha subito gravemente delle conseguenze del parassita della vite, sul finire del XIX secolo, poi quelle della Grande Guerra, rischiando di scomparire.
Decisivo fu l’intervento, avvenuto nella metà del Novecento, da parte della famiglia Vernay, produttori di vino nella zona classica di Condrieu, che continuò a puntare su questo vitigno anche nei momenti più difficili.
Proprio per questo tornò alla ribalta, poiché era alla base dei bianchi di Condrieu, vini di difficile reperibilità e caratterizzati da acidità contenuta e notevole intensità olfattiva.
A conferma delle sue origini, lo troviamo coltivato anche nell’isola di Vis (Dalmazia), sotto il nome di Vugava o Bugava, mentre in Italia è diffuso soprattutto nelle regioni a clima caldo come Toscana, Emilia-Romagna, Umbria e Lazio dove viene assemblato con altre uve – dove invece viene vinificato in purezza è in grado di esprimere risultati degni di nota -.
Caratteristiche organolettiche del Viognier
Il vino che si ottiene dal vitigno Viognier vinificato in purezza ha caratteristiche uniche, visto che sembra unire la struttura dei migliori Chardonnay alla freschezza del Sauvignon.
Se viene vendemmiato tardi la freschezza del Viognier potrebbe lasciare il posto agli zuccheri – quindi all’alcol -, mentre se vendemmiato presto può dare origine a un vino scarso e di poca sostanza.
Le bottiglie più semplici devono essere servite ad una temperatura di massimo 8 o 10 gradi, mentre per le bottiglie più complesse si può arrivare anche a una temperatura di 10 o 12 gradi. Ottenere quindi la consistenza del vino Viognier non è per niente semplice.
È fondamentale quindi la capacità dei produttori di individuare il momento perfetto in cui si uniscono aromaticità, freschezza e struttura.
Dal colore giallo paglierino, al naso offre sentori tropicali donati dalle note fruttate di pesca, albicocca e agrumi, accompagnate da aromi floreali.
Al palato è minerale e sapido, fresco, strutturato e persistente, con un finale che solitamente richiama le note fruttate che si percepiscono al naso
Il Viognier è un vino bianco ottimo in abbinamento con portate di pesce, anche importanti, ma grazie alla sua struttura può accompagnare anche piatti più corposi, come risotti con verdure, secondi piatti di carne bianca oppure formaggi freschi di capra.