Il vino

Il vitigno Teroldego, storia e caratteristiche

Il Teroldego è un vitigno a bacca nera tipico del Trentino, nello specifico della Valpolicella. Si tratta di un vino nobile, sontuoso, dotato di un’eleganza unica, un’incredibile propensione all’invecchiamento e di un grande spessore. Le analisi del DNA effettuate hanno dimostrato che il Teroldego ha legami di parentela con il Lagrein, il Marzemino e il Syrah, ma le sue origini sono ancora oggi incerte.

La storia e le caratteristiche del Teroldego

Alcuni ritengono che il nome Teroldego derivi da “Tiroler Gold”, suggerendo, quindi, un’origine tirolese per questo vitigno. È certo, tuttavia, che l’origine del nome derivi da un toponimo: esiste, infatti, la località Teroldeghe, del comune di Mezzolombardo e il vino risulta menzionato in numerosi atti notarili già a partire dal 1480. Le sue origini, come detto, non hanno quindi una risposta certa, ma quello che sappiamo è che questo vitigno ha trovato il suo habitat particolarmente favorevole nella grande area pianeggiante chiamata Campo Rotaliano, una piccola parte di pianura circondata dalle Dolomiti dove trova condizioni uniche, in particolare nei comuni di Mezzacorona, Mezzolombardo e San Michele all’Adige. Qui si è sviluppato fino a diventare il vigneto a bacca nera più importante della regione.

Immagine | Pixabay @AnnaSkvortsova – Vinamundi.it

Nonostante più volte si sia tentato di estendere la sua coltivazione anche altrove, il vitigno si è dimostrato essere particolarmente sensibile alle condizioni del terreno e climatiche, dunque non si è riusciti a dargli la stessa resa altrove.

Grazie alle sue incredibili caratteristiche, come i tannini poderosi, una fantastica acidità e alla sua fantastica adattabilità ad essere affinato in legno, si presta bene ad essere vinificato in modi diversi, anche come Rosé.

I grandi vini del Teroldego sono difficili da trovare, ma quando si trovano si ha la possibilità di assaggiare uno dei vini rossi italiani più buoni.

Il colore è scuro denso e fitto. I profumi fruttati sono di ciliegia matura, mirtilli e frutti di bosco a profusione, a cui fanno da spalla spezie dolci, cacao, pepe e ovviamente suggestioni amare come china, liquirizia e rabarbaro, come si conviene ad un vino spiccatamente tannico.

Al palato, invece, risulta essere caldo, ampio e dotato di struttura poderosa e intensità fruttata, reso dinamico da buona acidità e una fantastica persistenza.

Tra i migliori abbinamenti con il cibo troviamo: Se si tratta di un rosato, è consigliato abbinarlo al sushi o ai frutti di mare. Se è un vino semplice d’annata può essere usato per accompagnare le lasagne al forno o le tagliatelle al ragù. Se invece è strutturato e ha qualche anno di invecchianente, è assolutamente obbligatorio affiancarlo a roast beef, pulled pork, empanadas, hamburger o filetto alla Wellington.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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