Il vitigno Primitivo, la storia e le caratteristiche

Il Primitivo è un vitigno a bacca nera diffuso nel sud Italia, dall’Abruzzo fino alla Basilicata e dalla Sardegna alla Campania, anche se trova però in Puglia, soprattutto nella zona di Manduria, il suo territorio di elezione.

Le caratteristiche di intensità e di corpo dei vini ottenuti dal Primitivo, unitamente alla sua alta produttività, hanno fatto si che in passato fossero utilizzati soprattutto come vini da taglio.

Solo nei tempi più recenti, lavorando sulla riduzione delle rese, ritornando alle forme di allevamento tradizionale (alberello pugliese) e utilizzando tecniche di vinificazione più accurate, il Primitivo ha portato prodotti ottimi che ne hanno determinato la riscoperta da parte del grande pubblico.

Si tratta di un vitigno piuttosto esigente, vista la sua sensibilità sia ai lunghi periodi di siccità che all’eccessiva umidità; pertanto necessita di un clima secco e caldo, con piogge intense ma brevi in modo che l’acino possa asciugarsi in tempi brevi e restare asciutto e sano.

Il Primitivo così prodotto ha generalmente un colore rubino con sfumature violacee che tendono al granato con l’invecchiamento, mentre il profumo di frutti rossi come amarena, more, prugne, è contraddistinto inoltre da note floreali di viola.

L’affinamento in legno gli dona sentori speziati tra cui cannella, cacao, pepe neroliquirizia. Al palato risulta caldo, pieno e avvolgente, con tannini delicati e dotato di buona persistenza.

Il suo nome sta a indicare proprio il particolare ciclo biologico del vitigno che, per tempistiche di fioritura e maturazione, si colloca molto presto e viene vendemmiato entro i primi giorni di settembre. È ottimo in abbinamento con carne rossa, ragù di carne, selvaggina e agnello.

Il vino più conosciuto è senza ombra di dubbio il Primitivo di Manduria DOC, ma lo troviamo nella DOC Gioia del Colle con le tipologie Gioia del Colle RossoGioia del Colle Primitivo.

Raccolta dell'uva di Primitivo
Foto | Consorzio di Tutela Primitivo di Manduria https://www.consorziotutelaprimitivo.com/

La storia del Primitivo

Le origini del Primitivo sono incerte, ma si ritiene che il vitigno sia di provenienza croata e che sia stato portato in Puglia più di 2000 anni fa dall’antico popolo degli Illiri.

Nel 1700 don Francesco Filippi Indelicati, prete di Gioia del Colle, notò che un vitigno a bacca rossa maturava molto prima degli altri, già verso la metà di Agosto.

Questo vitigno era chiamato in dialetto locale Zagaresema venne rinominato con il termine Primitivo dal latino Primativus appunto per la sua maturazione precoce.

Il Primitivo si diffuse in seguito da Gioia del Colle alle odierne province di Lecce e Taranto, quindi nel Salento.

Recenti studi genetici tra Primitivo e Zinfandel, un altro famosissimo vitigno a bacca nera diffuso in California, hanno evidenziato che i due sono sostanzialmente la stessa varietà.

Ricerche precedenti mettevano in luce una parentela, anche se non così stretta. Gli ultimi aggiornamenti sembrano, invece, propendere per un’origine comune e un’identità genetica, condivisa anche con il vitigno croato denominato Crljenak Kaštelansky.

Grappoli di uva di Primitivo
Foto | Consorzio per la tutela del Primitivo di Manduria https://www.consorziotutelaprimitivo.com/

 

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