Il vino

Il vitigno Pigato, storia e caratteristiche

Il Pigato è un vitigno a bacca bianca della regione Liguria, coltivato, in quantità basse, sia sulla costa che nelle valli dell’entroterra, soprattutto nell’area geografica che va da Albenga a Imperia. Il suo nome deriva dalla parola in dialetto ligure “pigau”, ovvero “macchiato” ed è dovuto alle macchie di color marrone che caratterizzano la buccia della bacca matura.

Le sue origini sembrano essere antichissime, infatti, sembra sia originario della Tessaglia e che sia stato portato dai greci durante la colonizzazione della penisola italiana. La sua prima apparizione in Liguria, però, risalirebbe al 1600 circa, dove sarebbe arrivato in un viaggio attraverso la Spagna e la Corsica. La sua storia prosegue nei secoli con un punto di svolta nel 1830 circa, anno in cui l’arciprete di Ortovero, Francesco Gagliolo, ne promosse la coltivazione. Per la sua commercializzazione si dovette aspettare però il secolo successivo, e più precisamente il 1950, quando il vignaiolo Rodolfo Gaggino lo mise in vendita per la prima volta.

Immagine | Piuxabay @tomazl

Il Pigato è molto simile al Vermentino, di cui costituisce probabilmente una mutazione spontanea, che si è poi perfettamente inserita nel terroir del Ponente ligure. Le differenze tra i due però sono importanti: la prima è puramente a livello visivo, infatti, gli acini del Pigato, una volta arrivati a maturazione, assumono una colorazione ambrata, dovuta alle tipiche macchie color ruggine, mentre gli acini del Vermentino mantengono una buccia gialla con riflessi verdi. La foglia del Pigato, inoltre, è di forma pentagonale e di dimensioni medio grandi, più piccola però di quella del Vermentino, così come il grappolo, che è medio grande, di forma compatta piramidale o cilindrica.

Un’ultima differenza sostanziale è rappresentata dal terreno in cui crescono i due vitigni, il Vermentino cresce a ridosso del mare, mentre il Pigato trova il suo habitat naturale ad almeno 300 metri di altitudine.

Le caratteristiche

La produttività del Pigato risulta essere abbondante e costante ed è soggetto alla colatura. Si tratta di un vitigno decisamente resistente alle malattie, soprattutto alla peronospora e all’oidio.

Il colore del vino Pigato è, solitamente, giallo paglierino. Al naso risulta avere i caratteristici profumi di macchia mediterranea ed erbe officinali, note di fiori bianchi, di frutta e sensazioni marine di iodio. Al palato è armonioso ed equilibrato, di moderata acidità, buona intensità e ha una spiccata vena minerale. Infine, risulta essere piacevolmente sapido, con un lieve sottofondo ammandorlato.

I migliori abbinamenti

Immagine | Pixabay @SouthWorks

Il suo stile fruttato fresco e il sentore di erbe rendono il Pigato perfetto per piatti di pesce e frutti di mare. La sua acidità presta questo vino bianco a cibi leggermente grassi e si sposa bene anche con la pasta leggera.

Le miscele di Pigato e Vermentino in stile passito da dessert sono ideali per dolci leggeri come la panna cotta, pasticcini delicati e macedonia di frutta.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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