Il vitigno Passerina, storia e caratteristiche

Il Passerina è un vitigno a bacca bianca che vede la sua origine nell’Italia centrale. Oggi è maggiormente diffuso in Abruzzo e nelle Marche, ma è presente anche in Umbria e nella provincia di Frosinone. La sua provenienza esatta è contesa proprio tra le Marche e la provincia di Frosinone, mentre nel resto del Lazio è quasi del tutto assente. Il suo nome è molto particolare e sembra aver avuto origine dal fatto che i passeri sono molto golosi dei suoi piccoli acini di uva. Il Passerina sembra essere appartenente alla famiglia dei Trebbiani, ma alcuni esperti credono che sia nato dalla mutazione del Biancame, un vitigno autoctono marchigiano.

Nonostante la sua alta qualità negli ultimi anni il Passerina sta cedendo il passo al Trebbiano Toscano, il quale dà rese maggiori e ha una resistenza decisamente più alta.

Negli ultimi anni questo vino viene utilizzato in assemblaggio, spesso con il Pecorino, il che gli ha permesso di avere un grande successo grazie alle denominazioni di origine di Marche e Abruzzo.

Vitigno marchigiano
Immagine | Pixabay @anzeletti

Le caratteristiche del Passerina

Il vitigno Passerina risulta essere vigoroso e ha rese buone e costanti. I suoi grappoli sono di dimensioni medie con gli acini piccoli di colore giallo tendente all’oro. La sua epoca di maturazione è media, con la vendemmia che avviene alla fine di settembre.

I mosti hanno una buona concentrazione zuccherina, ma allo stesso sono dotati di una forte acidità, la quale viene trasmessa ai vini durante la vinificazione.

Il Passerina, che sia vinificato sia in assemblaggio che in purezza, fornisce un’ottima acidità ai vini, i quali possono essere sia spumantizzati, sia prodotti come Passiti che Vin Santi.

Il colore tipico del Passerina in purezza è giallo paglierino con sfumature verdi.

Al naso ha una vasta gamma olfattiva, che spazia dalla frutta tropicale agli agrumi con note di miele, erbe e spezie.

Al palato si può notare l’acidità di cui abbiamo parlato prima, la quale viene però equilibrata da una buona sapidità e da un retrogusto amaro. Altri aromi secondari che si possono sentire sono frutta secca, caramello e vaniglia.

La sua acidità lo rende perfetto per l’invecchiamento.

Vino bianco
Immagine | Pixabay @Rotislav_Sedlacek

Abbinamenti con i piatti

Nella sua versione secca il Passerina è perfetto per accompagnare risotti, crostacei, fritture, zuppe di pesce e piatti tipici marchigiani come le sarde alla marchigiana. I passiti, invece, si abbinano perfettamente alla pasticceria secca, mentre il Vin Santo accompagna in modo perfetto le creme e i formaggi erborinati. Infine per lo spumante l’abbinamento ideale è con i salumi e gli antipasti di pesce.

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