Il Brachetto d’Acqui è uno dei vini aromatici del Piemonte, che può contare su una superficie totale seconda solo al Moscato Bianco. I dati confermano lo stretto e antico legame che si è creato tra questo vitigno e l’Acquese, angolo sudorientale dell’Alto Monferrato in prossimità dell’Appenino e a due passi dal confine con la Liguria.
La storia
Nl 1969 il Brachetto ottenne la Doc per le tipologie Frizzante e Spumante. Se la provenienza di quest’uva è incerta, la sua presenza è invece attestata in Piemonte dall’inizio del XVII secolo. Allora, insieme al Moscato, era uno dei vini serviti alla corte dei Savoia.
Nell’Ottocento la sua diffusione è ancora testimoniata da Lorenzo Francesco Gatta, e nel 1817 il naturalista Gallesio lo inserisce tra i vini celebri, catalogandolo tra i rossi da dessert alcolici e poco colorati. Nel 1862 Leopoldo Incisa della Rocchetta inserisce questo vino nel suo catalogo delle varietà nota, ribadendo la sua ampia e antica diffusione nel Monferrato. Giuseppe Di Rovasenda nel suo Saggio di Ampelografia Universale del 1877 cita due tipi di Brachetta: uno a sapore semplice diffuso a Nizza, in Francia, e uno a sapore aromatico.
Col miglioramento delle tecniche produttive, nella seconda metà del 1800, il consumo di Brachetto Spumante si diffonde in Sud America e le esportazioni vanno molto bene. In quel periodo il Brachetto è presente in oltre 60 comuni del Piemonte, ma nella prima metà del Novecento l’epidemia di filossera provoca la distruzione dei raccolti, ma il Brachetto è rimasto ancorato alle sue terre di elezione tra Acqui e Nizza Monferrato.