Il vitigno Barbera, a bacca nera, è diffuso in Piemonte, Lombardia e in varie regioni del centro Italia, ma è in Piemonte che è diffusa in tutto il territorio, in particolare nelle zone di Asti e Alba; per tradizione il nome del vitigno è indicato al femminile La Barbera.
La Barbera, in quanto vitigno, è meno sensibile al territorio di altri tipici piemontesi, quali il Nebbiolo, tuttavia si può riscontrare nei suoi vini alcune caratteristiche peculiari attribuibili alle varie zone di produzione.
In passato la Barbera era considerato un vino rustico a causa della sua elevata acidità fissa, ma con il tempo ha accresciuto la sua fama.
Grazie ai moderni e più appropriati processi di vinificazione, hanno permesso di creare sia ottimi vini di pronta beva, sia vini di media longevità e buona struttura che resistono al tempo e si evolvono con l’affinamento.
Come il Nebbiolo, anche la Barbera fa riconoscere nei suoi caratteri la natura del suolo di provenienza da cui la differente impronta che si può notare nelle diverse denominazioni che la rappresentano.
La Barbera è alla base di due vini DOCG, entrambi piemontesi: la Barbera d’Asti DOCG e la Barbera del Monferrato Superiore DOCG.
Anche le colline delle Langhe intorno alla città di Alba e fino al comune di Monforte d’Alba hanno dimostrato di essere in grado di produrre un’uva particolarmente pregiata. La DOC più importante e quella che gode della migliore reputazione è la Barbera d’Alba DOC, vino prodotto con uve Barbera vinificate in purezza.
Il vino Barbera d’Alba DOC è più elegante e meno acido rispetto a quello prodotto nell’astigiano, che in ogni caso vanta splendide declinazioni specialmente nella tipologia Superiore e Nizza DOCG.
Oltre alle DOCG Barbera d’Asti e Barbera del Monferrato Superiore esistono anche le DOC Barbera del Monferrato, Coste della Sesia, Pinerolese e Canavese.
La storia della Barbera
Originario del Monferrato, si ipotizza che la coltivazione della Barbera fin dal Medioevo nascosto sotto diversi sinonimi. La sua più antica attestazione risale al 1249 in un contratto d’affitto conservato presso l’archivio capitolare di Casale Monferrato dove si parla di viti barbesine.
La prima descrizione del vitigno e della sua diffusione risale ai primi dell’Ottocento grazie a Giorgio Gallesio, secondo cui la Barbera era coltivata soprattutto nel cosiddetto triangolo d’oro, ovvero il territorio delimitato dai fiumi Tanaro e Belbo, con i comuni di Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Costigliole d’Asti, Mombercelli e paesi limitrofi fino a Nizza Monferrato a sud e Asti a nord.
Durante i primi decenni del Novecento, con la ricostruzione dei vigneti piemontesi dopo la distruzione della filossera, ebbe come protagonista principale la Barbera, un vitigno scelto spesso dagli agricoltori per rusticità, costanza di produzione, alto contenuto in zuccheri, sostanze coloranti e acidità. Un vino adatto a essere venduto nei mercati e nelle osterie che venne associato al concetto di consumo di massa.
Le caratteristiche della Barbera
La Barbera, a seconda della provenienza e dello stile di vinificazione, può presentarsi sotto diverse tipologie anche molto diverse tra loro.
Dal vino fresco e vivace che pur presenta una componente di acidità e tannino che ne ricordano il carattere, alle versioni più importanti, strutturate e complete, a volte con importanti affinamenti in legno che presentano struttura, morbidezza e tannini levigati degni di un prodotto di livello elevato.
La Barbera del Monferrato è tendenzialmente quella più leggera, con un’acidità pronunciata e note fruttate di ciliegia in evidenza.
Ad Asti la Barbera è più potente e rotonda, minerale, più complessa e dal bouquet seducente, mentre nella zona di Alba e nel Roero la Barbera ha profumi ampi, un buon corpo, note di prugna e spezie, con un’acidità marcata ma piacevole.
Sulla sponda destra del Tanaro, nella zona del Barolo, la Barbera è più densa, asciutta e strutturata, grazie ai suoli più pesanti a base di argilla e calcare.
Nell’Oltrepò Pavese – quindi in Lombardia – la Barbera compare sia nel Sangue di Giuda che ne Buttafuoco, vini caratteristici e soprattutto vigorosi. Nei Colli Piacentini invece la Barbera, insieme alla Croatina o alla Bonarda, è alla base del Gutturnio, vino famoso per le versioni giovani e frizzanti, ma anche di riserve più strutturate e complesse.