Con l’inizio del 2025, il dibattito sul Codice della strada ha sollevato preoccupazioni significative, specialmente per quanto riguarda le bevande alcoliche e, in particolare, le nostre preziose produzioni vinicole. Quattro Consorzi di tutela dei vini umbri – Montefalco, Orvieto, Torgiano e Trasimeno – hanno espresso la loro opinione al Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, denunciando un clima di disinformazione che ha già avuto ripercussioni negative sul settore vitivinicolo.
Il nuovo Codice della strada, pur essendo necessario per la sicurezza stradale, ha generato panico e confusione. I Consorzi parlano di un vero e proprio terrorismo mediatico che ha portato a una riduzione del consumo di vino e a un calo delle vendite, aggravando ulteriormente le difficoltà già esistenti per il settore vitivinicolo italiano. È fondamentale che il Governo intervenga per chiarire che il limite di alcolemia rimane invariato a 0,5 g/litro, promuovendo una cultura del consumo moderato e responsabile.
I produttori chiedono un intervento chiaro da parte del Governo e suggeriscono che il Ministero della Salute e il Ministero dei Trasporti collaborino per fornire indicazioni pratiche sul consumo di vino durante i pasti. Tra le proposte avanzate, troviamo:
Queste misure potrebbero educare i consumatori a comportamenti più responsabili, senza demonizzare il consumo di vino.
In altri Paesi europei, normative simili non hanno portato a una demonizzazione del bere moderato. In Italia, il vino è parte integrante della cultura gastronomica e sociale. Tuttavia, si sta diffondendo l’erronea concezione che bere alcolici prima di mettersi alla guida sia completamente da evitare. Questo approccio non solo è fuorviante, ma colpisce anche i consumatori che hanno sempre mantenuto uno stile di vita caratterizzato da un consumo moderato e responsabile.
La filiera vitivinicola italiana ha investito nella promozione della cultura del bere moderato e ora i produttori sono pronti a esplorare nuove strategie. Tra queste, l’introduzione di bottiglie di dimensioni più piccole (ad esempio da 0,375 litri) per facilitare il consumo e la vendita nei ristoranti. Questo approccio non solo mantiene vivo l’interesse per i vini locali, ma educa anche i consumatori a scelte più consapevoli.
Il vino è un patrimonio culturale italiano che merita di essere tutelato. I Consorzi di tutela dei vini umbri fanno appello affinché si lavori insieme per promuovere un consumo consapevole e moderato. Le vendite di vino di alta qualità non devono essere compromesse da una narrazione errata che enfatizza solo i rischi, dimenticando il valore e la tradizione di un prodotto che è parte integrante della nostra cultura.
In questo contesto, è essenziale che il Governo agisca con decisione per garantire un’informazione corretta, affinché il vino continui a occupare il posto che merita nella nostra società, sia come simbolo di convivialità che come elemento distintivo della nostra identità culturale.
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