È di questi ultimi giorni la proposta lanciata da un importante imprenditore trevigiano di confezionare vino di qualità in bottiglie di plastica per poter ridurre l’impatto ambientale.
“È una rivoluzione sotto il segno della sostenibilità” commenta Bernardo Piazza, uno tra i più autorevoli imbottigliatori di Prosecco, ma non solo, del Veneto ed esporta in tutto il mondo.
Prosecco e Champagne trevigiano in bottiglia di plastica
“I colleghi che stanno sperimentando la bottiglia in plastica ammettono che davvero funziona, non è una finzione, ma può diventare la soluzione di tanti problemi che in questo momento ci stanno creando i poteri forti all’origine della speculazione dei prezzi che tenta di farci soccombere”.
Il vino in bottiglia di plastica esiste già da tempo, utilizzato per vini di primo prezzo, ma nel 2022 Prosecco e Champagne sono stati imbottigliati in bottiglie di plastica dal colosso trevigiano Zoppas Industries, tramite la controllata Sipa, attiva nel settore dei macchinari e delle tecnologie per l’imbottigliamento, a puntare su questa opportunità di mercato.
“In Francia si usa già la plastica per il vino – aveva commentato Gianfranco Zoppas, presidente di Zoppas Industries – ora dai Paesi nordici sono venuti a chiederci un’alternativa al vetro che sia meno energivora, ci stanno incoraggiando affinché proponiamo soluzioni”.
Il vetro, spiega Zoppas, ha bisogno di circa 1800 gradi per la fusione e il riciclo, la plastica in media circa 200, un consumo di energia decisamente differente.
“È un mercato con ottime prospettive di crescita, per questo vogliamo entrare – spiega Zoppas – (…) Il tipo di plastica che utilizziamo è Pet mescolato con altri materiali per modificarne le caratteristiche di permeabilità, in modo da garantire due/tre anni di vita del vino. La gran parte del vino ha un consumo rapido, è presto dire quanto possa valere questo mercato, ma è interessante: penso più di qualche milione di bottiglie”.
Il settore del vino rappresenta circa il 45% del mercato delle bottiglie di vetro, e continua a crescere: attualmente pesa oltre 5 milioni di tonnellate, rispetto ai 4 milioni del 2016, per un valore di oltre 2,4 miliardi di euro.
Il disciplinare del Prosecco non prevede l’utilizzo di bottiglie di plastica, e Sipa specifica di essere conscia di questi vincoli e di volerli rispettare. La nuova bottiglia è sul mercato per le bollicine e gli spumanti in generale, poi saranno i produttori e i consorzi a decidere se e come usarla.
“Non dubito che la bottiglia di plastica possa conservare inalterato il contenuto, anche fosse vino di qualità – commenta l’enologo Valentino Ciarla – Il punto è che il vino è un bene edonistico, dove qualità e valore non sono elementi misurabili in modo meramente scientifico. È quindi un bene voluttuario, non prodotto commodity, sono ormai lontani i tempi del vino-alimento”.
Continua Ciarla: “Personalmente dubito che la bottiglia di plastica possa divenire nel breve un contenitore di riferimento per vini di qualità. Ancora oggi ci confrontiamo con una serie di pregiudizi riguardo i vari tipi di chiusure – plastiche, a vite o altro – figuriamoci cosa succederebbe con l’intero contenitore”.
Le caratteristiche della bottiglia di plastica
Una parte fondamentale dell’innovazione, spiega Sipa, risiede nel collo della bottiglia, la parte più somigliante alla versione in vetro: può essere tappata con il classico fungo completo di gabbietta di metallo e anche la base ha lo stesso aspetto e funzionalità.
Le bottiglie in Pet sono state testate su linee di riempimento tradizionali, dimostrando perfetta intercambiabilità con le versioni in vetro.
Dal lato della consumer experience, l’utente – garantisce Sipa – potrà “godere di un’esperienza invariata dall’apertura della bottiglia al bicchiere”.
Tangibile la differenza di peso: le versioni in Pet sono più leggere (90 gr), contro una media della bottiglia in vetro per spumante di 720/750 gr. Altro punto a favore del Pet, anche in ottica di logistica e di e-commerce, secondo Sipa, è l’infrangibilità.
Bernardo Piazza assicura che il consumatore neppure si accorge se ha davanti una bottiglia di vetro o in Pet: “È fatta come ogni altra bottiglia di spumante, bianca o verde. Solo al tocco si può distinguere la differenza, si capisce se è vetro o plastica”.
Ma alla domanda se il consumatore più sofisticato di bollicine non potrebbe storcere il naso versando da un contenitore di plastica il suo frizzantino, Piazza sorride e risponde: “Il consumatore meno avveduto è attento a ciò che beve. Quello più sofisticato è capace di un ragionamento. Sa che la plastica utilizzata è quella riciclabile, che l’azienda ricava e rimette nell’economia circolare, come da anni si fa appunto alla Sipa. Quindi usare quella bottiglia significa dare un grosso contributo alla sostenibilità dell’ambiente”.
Quanto agli aspetti culturali, Piazza ritiene che con il tempo saranno superate le eventuali differenze: “I giovani non faranno nessun problema tra la plastica e il vetro. Il consumatore anziano e tradizionale, probabilmente, arriccerà il naso, ma una volta che assaggia il contenuto e comprende che la qualità è la stessa, comincerà ad accettare anche la soluzione che gli verrà proposta. Si tratta solo di abitudine, il Prosecco resterà Prosecco, ed è ciò che conta”.