L’innovazione e la tradizione vinicola italiana si incontrano in un progetto straordinario che ha portato il vino nello spazio. Il 4 luglio 2022, Roma ha ospitato il 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino, dove la Fondazione Italiana Sommelier ha consegnato all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) sei bottiglie di vino d’annata e tre barbatelle di vitigni iconici. Questo progetto, intitolato “Spazio Infinito, Eternità del Vino”, è dedicato alla memoria di David Sassoli, un importante uomo di cultura, e rappresenta un passo significativo per la viticoltura italiana, portando il nostro vino oltre i confini terrestri.
le cantine coinvolte
Le cantine partecipanti sono tra le più celebri del panorama vitivinicolo italiano:
- Biondi-Santi: ha contribuito con il prestigioso Brunello di Montalcino Riserva, annate 2006 e 2015.
- Feudi di San Gregorio: ha inviato il Piano di Montevergine del 2012 e del 2015.
- Gaja: ha selezionato il Barolo Sperss delle annate 1988 e 2017.
Queste etichette non solo rappresentano il meglio della tradizione vinicola italiana, ma sono anche simbolo della qualità e dell’arte della vinificazione. Insieme alle bottiglie, sono state inviate tre barbatelle vive di Sangiovese, Aglianico e Nebbiolo, rappresentanti delle principali aree vitivinicole italiane: Centro, Sud e Nord.
obiettivi del progetto
Il progetto ha due obiettivi principali:
- Studiare gli effetti della microgravità sull’evoluzione del vino in bottiglia, analizzando come le condizioni spaziali possano influenzare i processi di ossidazione, maturazione e conservazione del vino.
- Valutare la risposta delle viti alla crescita in un ambiente extraterrestre, aprendo la strada a nuove possibilità per la viticoltura e la coltivazione di uve in condizioni estreme.
Secondo le dichiarazioni dell’ASI, i risultati ottenuti potrebbero avere un impatto positivo non solo sulle tecniche di produzione vinicola sulla Terra, ma anche nello sviluppo di strategie alimentari per missioni spaziali a lungo termine.
una ricerca multidisciplinare
L’idea di inviare vino nello spazio non è nuova, ma l’iniziativa italiana si distingue per il coinvolgimento di barbatelle vive. Questo aspetto aggiunge complessità e significato al progetto, permettendo di osservare come le piante reagiscano e si sviluppino in condizioni di microgravità. Le informazioni ottenute potrebbero rivelarsi preziose per migliorare la resilienza delle piante sulla Terra e per l’agricoltura spaziale.
Portare il vino italiano in orbita rappresenta una vera e propria ricerca multidisciplinare, unendo l’enologia, l’astrobiologia e l’agricoltura sostenibile. Questo progetto è un racconto che mescola identità, cultura e innovazione, dimostrando come il settore vitivinicolo possa adattarsi e rispondere alle sfide del futuro.
In un contesto globale in cui il cambiamento climatico rappresenta una minaccia concreta per l’agricoltura, esplorare nuove possibilità di coltivazione diventa fondamentale. Il progetto “Spazio Infinito, Eternità del Vino” offre spunti di riflessione sulla sostenibilità e l’importanza della biodiversità.
Il lancio delle bottiglie e delle barbatelle è avvenuto nei mesi successivi alla cerimonia di consegna, supervisionato dall’ASI in coordinamento con enti internazionali. Questo esperimento non solo rappresenta un’innovazione tecnologica, ma celebra anche la cultura e la storia italiane. Ogni bottiglia che viaggia tra le stelle rafforza il legame tra la Terra e l’universo, un legame tanto antico quanto il vino stesso.