Matteo Ascheri esprime le sue opinioni con sincerità, riflettendo non solo la sua visione aziendale, ma anche il suo profondo legame con le Langhe. Questo territorio, che difende con passione dall’omologazione, è al centro della sua attività vitivinicola. Abbandonata la sua posizione di presidente di importanti consorzi, Ascheri ha intrapreso un percorso da libero imprenditore, guidando la sua azienda con uno spirito autentico e tenace. La sua progettualità è in continua evoluzione; come afferma lui stesso, desidera “camminare al passo che gli pare”, piuttosto che affrettarsi verso un obiettivo.
La storia della cantina Ascheri
La cantina Ascheri ha radici lontane, risalenti alla fine dell’Ottocento. La famiglia Ascheri scelse strategicamente di stabilire la propria attività nei pressi della stazione di Bra, approfittando della linea ferroviaria che collegava le Langhe con la Casa Reale sabauda e la grande Torino. Questa lungimiranza ha permesso di creare un’impresa che oggi è l’unica cantina urbana rimasta a Bra e una delle poche presenti in tutto il Piemonte.
Nel corso degli anni, l’attività della famiglia si è ampliata, integrando l’ospitalità al core business della viticoltura. Ascheri spiega: “Vogliamo creare un’isola all’interno della città di Bra, dove la produzione di vino rimane il nostro mestiere storico”. Accanto alla cantina, l’azienda ha avviato anche un ristorante, un albergo e, più recentemente, un centro benessere, creando un ecosistema di accoglienza.
La produzione vitivinicola
La produzione vitivinicola della famiglia Ascheri si concentra sui principali vitigni piemontesi, estendendosi su una superficie di 40 ettari distribuiti tra i vigneti di La Morra, Verduno, Serralunga d’Alba e Bra. Qui il nebbiolo gioca il ruolo da protagonista, con circa 20 ettari dedicati a cru come Ascheri, Pisapola, Costa&Bricco e Sorano. Accanto al nebbiolo, l’azienda coltiva anche dolcetto, barbera, pelaverga e arneis, oltre a cortese e moscato, gestiti direttamente, anche se presi in affitto.
Lavorare su tre diverse unità comporta costi superiori, con un incremento del 40% tra logistica e personale, ma offre anche vantaggi significativi, come la diversificazione dei prodotti e la gestione flessibile delle sfide climatiche. Ogni vino riflette l’influenza del clima, dell’annata e del terroir, garantendo un’ampia gamma di profili organolettici.
Progetti sperimentali e sostenibilità
Un progetto sperimentale che caratterizza l’azienda è rappresentato dai filari di viognier e syrah, impiantati sotto la supervisione dell’Istituto Sperimentale di Viticoltura di Asti. Questo percorso, avviato nel 1993 su una collina del Roero, ha permesso ad Ascheri di esplorare nuove possibilità. Durante le sue ricerche, ha scoperto il viognier, decidendo di suddividere la sperimentazione tra i due vitigni. L’obiettivo è produrre vini che, sebbene non siano tradizionali piemontesi, si radicano nel territorio attraverso la mano del produttore e l’identità del suolo.
L’approccio dell’azienda è fortemente eco-sostenibile, con una gestione organica dei vigneti che minimizza l’uso di trattamenti chimici, privilegiando interventi manuali. Per mantenere un’impronta artigianale, Ascheri ha scelto di limitare la produzione, mantenendo costante sia il numero di terreni vitati che la quantità di bottiglie. Questa scelta riduce l’impatto ambientale e affronta le difficoltà di gestione legate all’aumento della manodopera e alla qualità dei rapporti di lavoro.
La cantina è organizzata su due livelli: al piano terra si svolgono le fasi di conferimento dell’uva, vinificazione, confezionamento e vendita, mentre al piano interrato si trovano la zona di stoccaggio, la sala degustazioni e la banca del vino, dove riposano alcune etichette storiche. La filosofia aziendale è incentrata sulla sottrazione, per rispettare il lavoro svolto in vigneto e valorizzare l’identità di ciascun vitigno.
Investimento sul capitale umano
Un aspetto cruciale dell’azienda è l’investimento sul capitale umano. Ascheri ha scelto di non avvalersi di consulenze esterne, assumendo direttamente i suoi collaboratori: trattoristi, operai agricoli, tecnici e cantinieri, alcuni dei quali sono con lui da più di vent’anni. Questa scelta etica supporta il benessere dei lavoratori e garantisce un’operatività più fluida e tempestiva nella gestione dei vigneti e della cantina, rendendo ogni lavoratore consapevole della propria responsabilità e importanza all’interno del team.
Per raccontare l’attualità della cantina Ascheri, è necessario considerare anche l’ospitalità a 360 gradi che la famiglia ha creato. Nella corte di accesso alla cantina, dal 1993, si trova l’Osteria Murivecchi, un ristorante che offre una cucina tradizionale di Langa, gestito dalla sorella di Matteo, Maria Teresa. Al piano superiore, l’Albergo Ascheri accoglie gli ospiti in un ambiente moderno e accogliente, progettato dal designer Marco Poncellini.
Infine, dal 2022, la Spa Gallery è diventata un’ulteriore attrazione, offrendo un centro benessere attrezzato con tutti i comfort. Questa visione integrata di viticoltura e ospitalità riflette appieno l’impegno di Matteo Ascheri per un’esperienza autentica e di qualità, in un territorio che è un patrimonio da preservare e valorizzare.