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Il segreto della produzione dei vini fortificati Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco

Oggi i vini fortificati stanno vivendo un momento di riscoperta, dopo aver subito un ridimensionamento della loro reputazione rispetto ai fasti del passato. Questi vini, spesso considerati come semplici “vini da meditazione” o da fine pasto, erano un tempo tra i più apprezzati in Europa. Con l’aumento dell’interesse per il patrimonio culturale e gastronomico, cresce la speranza di un ritorno alla ribalta di questi vini, puntando a far riconoscere il loro processo di produzione come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

L’iniziativa è promossa dal Consorzio per la Tutela del Vino Marsala Doc, che ha coinvolto i rappresentanti di Jerez, in Andalusia, e di Samos, in Grecia, per firmare un protocollo d’intesa. Questo accordo si propone di unire le forze per ottenere il riconoscimento UNESCO, estendendo l’invito anche alle regioni vinicole di Madeira e Porto. L’obiettivo principale di questa alleanza è quello di mettere in luce l’importanza storica e culturale dei vini fortificati, promuovendo le tecniche di produzione che li caratterizzano.

il processo di produzione dei vini fortificati

Ma come avviene esattamente il processo di produzione di questi vini così speciali? I vini fortificati si ottengono attraverso un metodo che prevede l’aggiunta di alcol durante la fermentazione del mosto. Questo processo consente di:

  1. Arrestare la fermentazione.
  2. Conservare una parte degli zuccheri naturali dell’uva.
  3. Conferire al vino una dolcezza distintiva e una gradazione alcolica superiore.

Le tecniche di produzione variano notevolmente a seconda del tipo di vino. Ad esempio, lo Sherry subisce un invecchiamento unico in botti di legno di diverse dimensioni, permettendo l’ossidazione controllata e lo sviluppo di aromi complessi. In Sicilia, la produzione del Marsala rappresenta un perfetto esempio di tradizione e innovazione, dove le uve come Grillo, Inzolia e Catarratto vengono raccolte a mano e pressate delicatamente. Durante la vinificazione, il vino base viene arricchito con l’aggiunta di mistella, un mosto d’uva non fermentato, e invecchiato in botti di rovere, creando un profilo aromatico distintivo.

il riconoscimento unesco e l’importanza culturale

Il riconoscimento UNESCO per il processo di produzione dei vini fortificati si inserisce in un’iniziativa più ampia, volta a preservare e valorizzare il patrimonio storico, culturale, economico e gastronomico di queste cinque regioni vinicole, conosciute come la “Sun Belt”. Questa fascia climatica favorevole favorisce la crescita di vitigni di alta qualità e la produzione di vini eccezionali.

L’iniziativa è sostenuta dal Concours Mondial de Bruxelles, un’importante manifestazione dedicata ai vini, che promuove i produttori di vini fortificati. La sessione dedicata ai “Vini Dolci e Fortificati” si terrà in Sicilia, dove esperti del settore si riuniranno per valutare e premiare i migliori vini di questa categoria. Questo evento rappresenta un’opportunità di visibilità per i produttori e le tradizioni vinicole delle varie regioni coinvolte, offrendo una piattaforma per il dialogo e lo scambio di best practices.

Si prevede che il riconoscimento UNESCO possa contribuire a riscoprire la contemporaneità di questo stile di vino, specialmente tra le giovani generazioni. L’attenzione crescente verso i vini naturali e sostenibili offre una nuova vita a prodotti storici che meritano di essere rivalutati. La diversificazione in sottocategorie e stili, dai passiti dolci ai vini secchi fortificati, consente di esplorare una vasta gamma di sapori e aromi, rendendo questi vini adatti a diverse occasioni.

In un’epoca in cui il mondo del vino è sempre più aperto all’innovazione, i vini fortificati rappresentano un legame con il passato che può ancora ispirare i produttori contemporanei. La loro storia ricca di tradizione e la varietà di tecniche di produzione offrono un panorama affascinante per i winelovers e per chi si avvicina a questo mondo per la prima volta.

I vini fortificati, quindi, non sono solo una nicchia di mercato, ma un patrimonio culturale che merita attenzione e valorizzazione. Con l’iniziativa in corso per il riconoscimento UNESCO, c’è speranza che questi vini possano tornare a brillare nel panorama vinicolo internazionale, riportando in auge un’eredità che ha segnato la storia dell’enologia europea.

Redazione Vinamundi

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