Il settore vitivinicolo italiano sta vivendo una trasformazione significativa, influenzata da sfide globali e nuove opportunità di mercato. In questo contesto, la figura dell’Export Manager emerge come un professionista cruciale per le aziende vinicole che desiderano espandere il proprio fatturato e internazionalizzare il proprio brand. Secondo un report di Michael Page Italia, l’Export Manager è diventato essenziale per le aziende vinicole che vogliono entrare con successo nei mercati esteri.
Il ruolo dell’Export Manager è sempre più riconosciuto come strategico per le imprese vinicole italiane. Con un compenso annuale che oscilla tra i 30.000 e i 90.000 euro, a seconda dell’esperienza, questa figura professionale è fondamentale per la crescita delle aziende del settore. Pierluigi Catello, responsabile della divisione Wine di Michael Page, sottolinea che molti imprenditori credono erroneamente che l’assunzione di un professionista dell’export garantisca un immediato aumento del fatturato. Tuttavia, Catello avverte che è necessario tempo e una strategia ben definita per ottenere risultati concreti. Questo implica competenze commerciali e una profonda conoscenza dei mercati di riferimento e delle dinamiche culturali locali.
Le aziende vinicole italiane stanno rivolgendo la loro attenzione ai mercati esteri, con un focus particolare sull’Asia, una regione ancora poco esplorata che rappresenta solo il 7% delle esportazioni italiane. Questo mercato, sebbene promettente, presenta sfide significative, tra cui:
La necessità di professionisti esperti in internazionalizzazione e strategie di marketing globale diventa quindi fondamentale.
Nonostante l’aumento della domanda di Export Manager, il settore vinicolo italiano tende a rimanere chiuso verso l’esterno. Le aziende spesso preferiscono assumere persone con esperienza specifica nel settore vinicolo, limitando di fatto l’accesso a talenti provenienti da altri ambiti, come il food & beverage o gli spirits. Questa chiusura può rappresentare un freno all’innovazione e alla possibilità di apportare nuove competenze e visioni al settore. L’integrazione di esperienze diverse potrebbe invece favorire un approccio più dinamico e orientato al mercato globale.
Oltre agli Export Manager, le aziende vinicole italiane stanno investendo in altre figure chiave per potenziare la propria presenza sia a livello nazionale che internazionale. Tra queste troviamo:
Il consumo di vino sta evolvendo, sempre più influenzato da tematiche legate alla sostenibilità, alla salute e al legame con il territorio. Le aziende vinicole italiane devono pertanto adattarsi a queste nuove tendenze e internazionalizzare strategicamente i propri brand per restare competitive sui mercati globali. La sostenibilità, in particolare, sta diventando un fattore decisivo per i consumatori, che tendono a preferire prodotti che rispettano l’ambiente e le pratiche agricole responsabili.
Investire in figure professionali strategiche come l’Export Manager e sviluppare strategie di marketing globale non sono solo passi fondamentali, ma rappresentano un imperativo per aumentare il fatturato e consolidare la presenza del vino italiano sui mercati internazionali. L’industria vinicola deve quindi essere pronta a innovare e a rispondere alle sfide del mercato globale, accogliendo nuove idee e approcci che possano portare a un futuro prospero e sostenibile per il vino italiano.
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