Il Pinot Grigio Doc delle Venezie si distingue come il primo vino bianco fermo italiano per volumi di produzione ed esportazione, con oltre il 90% dei suoi consumi realizzati al di fuori dei confini nazionali. In un contesto di mercato sempre più competitivo, il Consorzio del Pinot Grigio Doc delle Venezie ha deciso di adottare un ruolo attivo per promuovere trasformazioni significative nel settore vitivinicolo italiano. Questo approccio è particolarmente rilevante in un periodo in cui la domanda si orienta verso vini meno alcolici e più sostenibili, influenzata dalla crescente consapevolezza dei consumatori e dai cambiamenti climatici.
Durante un incontro alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, il presidente del Consorzio, Albino Armani, ha evidenziato l’importanza di adottare misure per affrontare le attuali criticità. “Stare fermi in un momento così dinamico non ha senso”, ha affermato. Il Consorzio ha avviato un progetto di modifica del disciplinare di produzione, con l’obiettivo di introdurre una nuova tipologia di Pinot Grigio Doc a bassa gradazione alcolica, compresa tra 9 e 11 gradi. Questa nuova variante affiancherà il Pinot Grigio delle Venezie “classico”.
La nuova tipologia di vino non subirà alcun processo tecnologico; sarà ottenuta attraverso pratiche agronomiche che riducono l’accumulo di zuccheri e un anticipo della vendemmia di circa una settimana. La fermentazione avverrà con un lievito non Saccaromices, tradizionalmente utilizzato nell’industria della birra, noto per la sua bassa efficienza nella trasformazione degli zuccheri in alcol. Questo garantirà un vino naturalmente a bassa gradazione alcolica, con un profilo di gusto leggero e fresco, perfettamente in linea con le richieste del mercato attuale.
Vincenzo Gerbi, professore ordinario all’Università degli Studi di Torino, ha sottolineato l’evoluzione del mercato del vino, evidenziando la crescente preferenza per vini che offrono leggerezza e gusto, piuttosto che quelli ad alta gradazione alcolica. La nuova tipologia di Pinot Grigio si inserisce perfettamente in questa tendenza, rispondendo a una domanda di maggiore sostenibilità e qualità.
Il Consorzio sta considerando l’introduzione di varietà di uve resistenti, limitatamente al 10%, come parte della strategia per garantire una maggiore sostenibilità ambientale. Questo cambiamento è in linea con le politiche europee e rappresenta un passo significativo verso l’innovazione nel settore vitivinicolo. “Con questa azione chiediamo una risposta chiara circa la modifica del Testo Unico”, ha affermato Albino Armani, riferendosi al disegno di legge attualmente in esame presso la Commissione Agricoltura del Senato.
Nel 2024, il Pinot Grigio delle Venezie ha registrato un incremento del 3% nel volume imbottigliato e dell’8% nelle certificazioni, per un totale di oltre 1,7 milioni di ettolitri confezionati. Le esportazioni di Pinot Grigio delle Venezie sono aumentate significativamente dal 2017, evidenziando un aumento del 110% in volume e del 117% in valore. Questo vino si è affermato come un driver di crescita per il vigneto del Nord-Est, contribuendo a sostenere l’export del vino italiano.
Un’analisi delle abitudini di consumo di Pinot Grigio nei principali mercati, come Stati Uniti, Regno Unito e Canada, mette in luce le differenze nelle occasioni di consumo, ma evidenzia anche una crescente attenzione per la qualità e la tracciabilità del prodotto. Il 56% degli intervistati cerca garanzie di filiera certificata, un aspetto che il Pinot Grigio Doc delle Venezie è in grado di garantire attraverso il contrassegno di Stato.
In questo scenario, l’introduzione della nuova tipologia di Pinot Grigio potrebbe ampliare la platea di consumatori interessati, contribuendo così a una crescita della domanda e a un incremento delle vendite. Infine, il Consorzio Doc delle Venezie ha presentato il Rapporto 2024, fornendo una panoramica dettagliata sull’andamento della denominazione e sottolineando l’importanza della cooperazione tra diversi Consorzi per affrontare le sfide future del settore vitivinicolo.
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