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Il vino

Il New York Times ha stilato la classifica delle migliori bottiglie di Chianti Riserva

Il critico Eric Asimov sul quotidiano statunitense: “Dieci anni fa non avrei mai immaginato di elogiare le virtù del Chianti Classico Riserva”. Ecco cosa gli ha fatto cambiare idea

Nel mondo dei vini, il Chianti Classico Riserva sta emergendo come protagonista. A sostenerlo è Eric Asimov, autorevole critico enogastronomico del New York Times, che ha recentemente pubblicato una guida dedicata a questa varietà, sottolineando quanto il suo stesso punto di vista sia cambiato negli ultimi anni. “Dieci anni fa non avrei mai immaginato di elogiare le virtù del Chianti Classico Riserva”, ammette, riflettendo sul cambiamento della qualità e sul carattere raffinato di questi vini che prima considerava troppo intensi e strutturati.

I migliori Chianti Riserva consigliati dal New York Times

Asimov nota come il Chianti Classico Riserva, che è il fratello maggiore del Chianti Classico tradizionale, abbia compiuto un balzo qualitativo notevole. Se il Chianti Classico è noto per essere fresco, elegante e accessibile, la Riserva, caratterizzata da una maggiore complessità e struttura, oggi sta conquistando un pubblico sempre più vasto. Ma cos’è che rende speciale il Chianti Classico Riserva, e quali sono le caratteristiche che i produttori moderni riescono a esprimere meglio?

Eric Asimov ha selezionato nove etichette che rappresentano perfettamente il cambiamento del Chianti Classico Riserva. Tra queste spicca il Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva Lareale 2020, prodotto in una zona ad alta quota nel comune di Greve in Chianti, dove il clima fresco e l’altitudine favoriscono vini eleganti e raffinati. Asimov descrive questo vino come “dritto e diretto”, con una piacevole semplicità che lo rende perfetto da bere subito, pur mantenendo un corpo più strutturato rispetto al Chianti Classico tradizionale.

@Chianti Lovers & Rosso Morellino

Il Castello di Monsanto Chianti Classico Riserva 2019 è un altro vino che merita l’attenzione. Proveniente da Barberino Tavarnelle, nel versante occidentale della denominazione, si distingue per l’equilibrio e la delicatezza. Asimov apprezza il suo profumo delicato e la sua leggerezza rispetto alle riserve più dense, evidenziando la finezza di un vino che mantiene comunque una piacevole intensità.

Il Monte Bernardi Chianti Classico Riserva Sa’etta 2020 è un esempio di eleganza e mineralità, caratteristiche tipiche dei vini biodinamici. Interamente prodotto da uve Sangiovese, è denso ma con tannini fini, ideale per chi cerca un vino terroso e armonioso. Anche Poggerino Chianti Classico Riserva Vigna Bugialla 2021, prodotto a Radda in Chianti, è intenso e aromatico. Asimov consiglia di lasciar maturare questa bottiglia per qualche anno, poiché è ricca e concentrata, pronta a evolversi in qualcosa di ancora più raffinato.

Altro vino notevole è il Fèlsina Chianti Classico Riserva Rancia 2020, proveniente da Castelnuovo Berardenga. Fèlsina è nota per i suoi vini corposi e intensi, grazie a vigneti in zone più basse e calde. Il Rancia 2020, interamente a base di Sangiovese, è un vino sontuoso, fine e ricco di sapore fruttato. Poi troviamo il Val Delle Corti Chianti Classico Riserva 2019, un vino biologico che si distingue per la leggerezza e l’eleganza derivanti dai vigneti ad alta quota a Radda in Chianti. Secondo Asimov, è un esempio perfetto di intensità senza peso, un equilibrio unico che lo rende ideale per gli appassionati di vini freschi e luminosi.

Un’altra etichetta degna di nota è Istine Chianti Classico Riserva Levigne 2020, prodotto da Angela Fronti, una delle figure emergenti della zona. Il suo Levigne è luminoso, energico e leggero, un vino che combina eleganza e aroma in modo eccezionale. Infine, il Monteraponi Chianti Classico Riserva Il Campitello 2019, prodotto da un blend di Sangiovese, Canaiolo e Colorino, è un esempio di concentrazione e freschezza in perfetto equilibrio, pronto per essere degustato subito.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese

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