Il 2024 si chiude senza una direzione chiara per molti mercati del vino a livello globale, e l’Italia si trova a navigare in un panorama di performance contrastanti. Mentre alcune nazioni, come gli Stati Uniti, il Brasile, il Canada e il Giappone, mostrano segni di crescita per i vini italiani, altre come la Cina, la Corea del Sud e la Germania presentano sfide significative.
Uno dei temi centrali emersi dall’XI Forum Wine Monitor di Nomisma Agroalimentare è il grande ritorno della Cina nel mercato del vino, con un’impressionante crescita delle importazioni a valore del 38%. Tuttavia, è importante notare che questo incremento è principalmente dovuto al ritorno dei vini australiani, che hanno beneficiato dell’eliminazione dei superdazi introdotti tre anni fa dal governo di Xi Jinping. Questo scenario ha comportato una perdita di quote di mercato per tutti gli altri principali fornitori della Cina, inclusa l’Italia, che ha registrato un calo del 10% nelle sue esportazioni verso questo importante mercato.
Negli Stati Uniti, le cose sembrano più stabili. Il mercato chiude il 2024 con un incremento modesto del valore delle importazioni, pari all’1,6%, e un incremento marginale dei volumi (+0,1%). Dopo un 2023 caratterizzato da un forte calo, l’Italia riesce a guadagnare terreno, con un incremento del 5% nei vini fermi e frizzanti imbottigliati e un notevole +11% negli spumanti. Questo risultato è particolarmente interessante, in quanto l’Italia ha rosicchiato quote di mercato alla Francia, che ha visto una diminuzione del 7% nel segmento degli sparkling, un trend in parte influenzato dalla performance dello Champagne.
Un altro mercato in crescita è quello brasiliano, che ha chiuso il 2024 con un incremento delle importazioni a valore del 12%. Anche se gran parte dei vini importati provengono da paesi vicini come Cile e Argentina, l’Italia ha registrato un incremento delle sue esportazioni del 13%, evidenziando una crescente apprezzamento per i vini italiani in Sud America. Questa tendenza è particolarmente significativa poiché il Brasile sta diventando un attore sempre più importante nel mercato internazionale del vino, con una domanda che continua a crescere.
D’altro canto, il Canada sembra essere in una fase di stagnazione. Dopo un calo del 15% nel 2023 rispetto all’anno precedente, il mercato canadese non riesce a recuperare, mantenendosi sugli stessi livelli di importazione di vino di due anni fa. Tuttavia, per l’Italia, il trend è leggermente migliore della media, con un incremento dell’1,3% nelle esportazioni.
In Giappone e Corea del Sud, le cose non vanno altrettanto bene. Entrambi i mercati segnano una contrazione significativa: il Giappone registra un calo dell’8% nel valore delle importazioni, mentre la Corea del Sud scende del 9%. In Giappone, gli acquisti di vino italiano hanno quasi raggiunto la stabilità, con un calo marginale dello 0,7%, mentre la Corea del Sud ha visto una performance nettamente negativa con un -10% per i vini italiani. Questi dati suggeriscono una necessità di rinnovare le strategie di marketing e distribuzione per i vini italiani in questi mercati.
Infine, la recessione in Germania ha avuto un impatto pesante sul consumo di vino. Qui, le importazioni totali a valore sono diminuite del 9%, un calo che ha colpito anche le esportazioni italiane, confermando la difficoltà del mercato tedesco nel trovare slancio. La Germania, storicamente uno dei principali mercati per il vino italiano, sembra quindi trovarsi in un periodo di difficoltà, richiedendo un’attenta analisi delle dinamiche di consumo e delle preferenze dei clienti.
In sintesi, il 2024 si presenta come un anno di sfide e opportunità per i vini italiani nel contesto dei mercati internazionali. Mentre ci sono segnali positivi in alcune aree, come gli Stati Uniti e il Brasile, l’Italia deve affrontare una certa stagnazione e cali in mercati cruciali come Cina, Corea del Sud e Germania. La capacità di adattarsi e innovare sarà fondamentale per navigare questo panorama complesso, dove il ritorno di concorrenti storici e le fluttuazioni economiche possono avere un impatto significativo sulle performance future.
Con l’andare avanti dell’anno, sarà cruciale per i produttori e gli esportatori italiani monitorare da vicino queste tendenze e rimanere agili per affrontare le sfide che si presenteranno, cercando al contempo di capitalizzare sulle opportunità di crescita nei mercati emergenti e consolidati.
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