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Il futuro del vigneto italiano: opportunità nel Nord-Est e sfide nel Sud

Negli ultimi vent’anni, il paesaggio vitivinicolo italiano ha subito una trasformazione significativa, influenzata da fattori economici, climatici e sociali. Secondo un recente rapporto dell’Ismea-Rete Rurale Nazionale sulla situazione del settore vino in Italia nel 2024, il “Vigneto Italia” ha visto una riduzione di 117.305 ettari, corrispondente a un calo del 15%. Questo trend mette in evidenza le sfide che il settore deve affrontare, ma anche le regioni che stanno ottenendo risultati positivi.

Un settore in cambiamento: dati e trend

Nonostante la contrazione della superficie vitata, l’Italia continua a mantenere il suo status di leader mondiale nella produzione di vino, insieme alla Francia. Con volumi medi annui di circa 47 milioni di ettolitri, la maggior parte della produzione italiana è rappresentata da vini a Denominazione di Origine Protetta (Dop) e a Indicazione Geografica Protetta (Igp). Tuttavia, il settore affronta un calo dei consumi dovuto a diversi fattori, tra cui:

  1. Difficoltà economiche post-pandemia
  2. Cambiamento nelle preferenze dei consumatori
  3. Sfide climatiche che complicano la viticoltura

Nord-Est in crescita: i protagonisti del successo

A differenza di altre regioni italiane, il Nord-Est sta vivendo una fase di crescita. Le regioni del Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige hanno registrato un incremento del 37% nella superficie vitata dal 2000 al 2023. Questa espansione è principalmente attribuibile al successo internazionale di vini come il Prosecco Doc e il Pinot Grigio delle Venezie, che hanno conquistato i mercati esteri e contribuito alla ripresa del settore. La capacità di innovare e adattarsi alle richieste del mercato ha reso queste regioni esempi di resilienza e dinamismo.

Le regioni più colpite e i motivi del calo

Al contrario, le regioni del Centro e del Sud Italia stanno affrontando una situazione critica. Le perdite di superficie vitata sono significative, con i seguenti dati:

  • Abruzzo: -3,7%
  • Toscana: -5,3%
  • Lombardia: -6,9%
  • Lazio: -59,2%
  • Liguria: -66,3%

Questi cali possono essere attribuiti a vari fattori, tra cui l’aumento dei costi di produzione, la concorrenza internazionale e il cambiamento climatico. Nel Sud Italia, la siccità e le condizioni climatiche instabili stanno compromettendo la qualità delle uve e, di conseguenza, la produzione.

Nuove dinamiche e geografia viticola

La geografia viticola italiana sta cambiando anche grazie ai trasferimenti interregionali delle superfici vitate. Tra il 2016 e il 2021, oltre 9.000 ettari sono stati trasferiti principalmente da regioni come Sicilia, Lazio, Umbria e Puglia verso il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. Questa mobilità territoriale è alimentata dalla ricerca di condizioni climatiche più favorevoli e dall’adattamento a un mercato in continua evoluzione. Gli innalzamenti delle temperature spingono i produttori a considerare zone più fresche e a maggior altitudine per la coltivazione delle viti, contribuendo così a una nuova configurazione del vigneto italiano.

La ristrutturazione del Vigneto Italia

Negli ultimi vent’anni, la superficie media aziendale è triplicata, passando da 1 a 3 ettari. Questo cambiamento ha portato a una crescente concentrazione della proprietà, con il 20% dei vigneti gestiti da aziende con oltre 20 ettari. Inoltre, le produzioni a Doc e Docg sono aumentate notevolmente, passando da 250.000 ettari nel 2000 a oltre 400.000 ettari nel 2020. Questo incremento è stato agevolato da finanziamenti europei nell’ambito dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm), che hanno consentito la ristrutturazione di 330.000 ettari di vigneti. Questo processo ha dato nuova vita al settore, ponendo l’accento sulla qualità, sempre più ricercata dai consumatori.

Il “Vigneto Italia” si trova quindi a un crocevia di sfide e opportunità. Se il calo delle superfici vitate è un dato di fatto, cresce anche il valore aggiunto delle produzioni, soprattutto nel Nord-Est, che continua a rappresentare il cuore pulsante del successo internazionale del vino italiano. La capacità di adattarsi a un mercato in continua evoluzione, insieme a iniziative di promozione e valorizzazione delle produzioni di qualità, sarà cruciale per il futuro del settore. La trasformazione del vigneto italiano non riguarda solo i numeri, ma anche la preservazione di un patrimonio culturale e gastronomico che è parte integrante dell’identità italiana.

Redazione Vinamundi

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